Massimo Sideri, Corriere della Sera 3/6/2014, 3 giugno 2014
VIRUS INFORMATICO RICATTA LE AZIENDE
Teoricamente durante l’operazione «Gameover Zeus» — lanciata ieri in molti Paesi tra cui anche l’Italia — l’Fbi avrebbe potuto bussare alla porta di qualcuno di noi con l’accusa di «ricattare le aziende». Ma per fortuna (dipende dai punti di vista) il proprietario di un computer infettato usato per loschi fini non è colpevole. L’intervento orchestrato dal Federal Bureau of Investigation e portato a termine in Italia dal C.N.A.I.P.I.C, il centro antifrode informatica della Polizia Postale, ha portato allo smantellamento di Zeus, una delle più grandi Botnet (una rete con milioni di pc infettati) usata in Europa per ricattare le aziende. Il virus in oggetto si chiama Cpyptolocker: in sostanza, una volta entrato nei server aziendali bloccava i documenti strategici con codici impenetrabili. Ma se il meccanismo informatico era all’avanguardia il percorso per prendere i soldi era vecchio come la delinquenza: per avere la password bisognava pagare un riscatto. Per l’Fbi sono già stati pagati 27 milioni di dollari dalle aziende in soli due mesi. Curiosità per appassionati di thriller: il capo di Zeus era Evgeniy Mikhailovich Bogachev, uno dei cybercriminali più ricercati al mondo come risulta sul sito web della stessa Fbi.