Filippo Facci, Libero 3/6/2014, 3 giugno 2014
FIGLI DA COMPAGNIA
Va bene tutto, ma se il Papa si scaglia contro «le coppie sposate che preferiscono cani e gatti ai figli» diventa difficile trattenere la penna. La ragione è chiara: non è che tante coppie preferiscono cani e gatti ai figli, è che non riescono ad avere figli e allora prendono cani e gatti. E non riescono ad avere figli, spesso, per via di una legge che proibisce la fecondazione eterologa come proprio la Chiesa ha fortissimamente raccomandato. Quindi è una crudeltà doppia, quella del Papa: perché accentua il senso di colpa di chi non è riuscito ad avere figli perché non è ricorso all’eterologa e poi, sventurato, si ritrova anche colpevole di essersi comprato un cane. Può anche darsi che esistano coppie indecise tra un figlio e un labrador, non so, io non ne ho mai conosciute: «Forse è più comodo avere un cagnolino, due gatti, e l’amore va ai due gatti e al cagnolino», ha detto il Papa, «ma alla fine questo matrimonio arriva alla vecchiaia in solitudine». Sarà, ma mi permetto di prospettare che l’amore per gli animali e l’amore per gli esseri umani possano addirittura coesistere: tra l’altro lo predicava un tizio, Francesco pure lui, che di figli non ne ebbe. Poi certo, esiste il problema della vecchiaia in solitudine: ma tanti di quei quei vecchietti che pascolano ai giardinetti col cagnolino orridi Dudù spesso hanno sì la vecchiaia, hanno sì la solitudine: ma hanno pure i figli.