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 2014  maggio 31 Sabato calendario

NARDELLA, IL BONDI DI MATTEO: NOMINE FACILI E COMPAGNIA DELLE OPERE


Il G8, i fondi per il polo museale, il rilancio dell’aeroporto: il Comune di Firenze si aspetta molto dal governo, ora che è guidato da Matteo Renzi e che il suo ex vice sindaco nonché fedelissimo amico, Dario Nardella, è diventato primo cittadino del capoluogo toscano. I due ieri si sono incontrati a Palazzo Chigi per parlare “delle questioni aperte tra la città e il governo e dei progetti che riguardano il futuro della nostra città”, ha scritto Nardella su facebook ancor prima di lasciare gli uffici della Presidenza del Consiglio. Tra i due c’è un legame profondo. Se Marco Carrai è il Gianni Letta di Renzi, Nardella ricorda l’entusiasta e fedele Sandro Bondi. Lunedì sera, per dire, festeggiando la conquista di Palazzo Vecchio, commosso ha annunciato: “Spero di vedere presto Matteo”.
Nato a Torre Del Greco, nel 1975, Nardella nel 2004 viene eletto consigliere comunale a Firenze nelle file dei Ds e qui conosce Marco Carrai, già intimo di Renzi. Tra i due nasce un’amicizia e sboccia un’associazione. Nel 2005 danno vita a Eunomia, che ancora oggi organizza master per la formazione politica per amministratori: 2.500 euro per partecipare a una serie di incontri con relatori che vanno da Denis Verdini a Massimo D’Alema, da Lorenzo Bini Smaghi a Giulio Napolitano (figlio di Giorgio) . Una associazione che fa da bacino di consensi e che, negli anni, unirà molti degli amici renziani di oggi. Patrocinata da Comune e Provincia di Firenze, finanziata, tra gli altri, da Eni, Coop e Ente Cassa di Risparmio di Firenze, dove Carrai è consigliere.
Di Eunomia Nardella è tuttora direttore, presidente è Enzo Cheli, vicepresidente emerito della Corte Costituzionale; Carrai è responsabile delle relazioni esterne mentre tesoriere è Francesco Neri, presidente del Consorzio nazionale Con.Opera della Compagnia delle Opere, associazione di imprese fondata da Comunione e Liberazione. Non a caso Eunomia ha ospitato anche Giorgio Vitta-dini, tra i fondatori del Meeting di Rimini, fondatore e presidente fino al 2003 proprio della Cdo. Anche Nardella è legato alla Cdo. O meglio: la moglie Chiara Lanni. Consigliere di Con.Opera, già vicepresidente del Cda della cooperativa Acchiappastelle, oggi vicepresidente del Cda della cooperativa Cavallo Bianco, entrambe legate al consorzio della Cdo, presieduto come detto da Neri e guidato, in veste di direttore generale, da Guido Boldrin, dal 2001 al 2009 direttore generale di Compagnia delle Opere Opere Sociali. Ovviamente, come tutte le associazioni che gestiscono asili nidi, partecipa alle gare indette dal Comune. E qualcuna la vincono pure. Ma l’amicizia con Renzi sindaco prima e la parentela con Nardella ora non c’entrano nulla. Al momento. C’è un’interrogazione presentata da Tommaso Grassi, consigliere di Sel, il 27 gennaio 2014 per sapere “se il Comune di Firenze a partire dall’anno 2004 a oggi ha avuto o ha ancora in essere collaborazioni, contatti, appalti, contratti, con le cooperative” riconducibili a Lanni. Risposta non pervenuta. Certa invece la firma di Nardella sotto le ultime nomine affidate da Palazzo Vecchio appena otto giorni prima del voto. Simone Tani nuovo amministratore unico della controllata Sas; insediati nel Cda della Mercafir Bianca Maria Giogoli, ex Pdl, poi Fli e da poco nelle liste “noi con Matteo Renzi”, e Lorenzo Petretto, figlio dell’assessore al bilancio. Il sindaco gioca d’anticipo, con la benedizione dell’amico premier. Già nel 2006 lui e Carrai tastano il terreno al posto dell’allora presidente della Provincia criticando il Pd. “Il futuro non può attendere oltre” è l’appello che il 22 aprile lanciano Nardella e Carrai per una “nuova forza politica solida e rassicurante”, anticipando i temi della rottamazione. Tra i firmatari che raccolgono l’invito: Enzo Cheli, Lucia De Siervo, Salvatore Scino e altri fedelissimi di oggi. Matteo di Nardella si fida. Come si fidava l’ex sindaco di Firenze Domenici di cui il Bondi di Renzi è stato consigliere. L’attuale primo cittadino fa le sue apparizioni nelle carte di diverse inchieste. Il due gennaio 2008 l’architetto Gaetano Di Benedetto, tecnico di Palazzo Vecchio accusato di truffa e ritenuto vicino alla Cricca di Angelo Balducci, viene intercettato mentre spiega all’ingegnere Vincenzo Di Nardo, altro tecnico legato alla Cricca, come arrivare a ottenere gli appalti che interessano “gli amici”. E dice: “C’è una persona emergente, preparati, te lo troverai avanti nel futuro: Nardella, Dario Nardella”. Aveva visto giusto. Dopo poco più di un anno è Riccardo Fusi, indagato nell’inchiesta Grandi Opere e arrestato per il fallimento di alcune società, a raccontare degli incontri avuti con Renzi “e il vicesindaco lì, il Nardella” organizzati per capire come conquistare i lavori del Panificio Militare e di altre aree nella città di Dante.
Leggendo le intercettazioni dell’inchiesta sulla Btp , in realtà, si comprende come Fusi e il suo socio Nencini giochino su tutti e tre i fronti: Renzi, Nardella e Carrai. Fusi li aveva conosciuti il 22 ottobre 2007: aveva partecipato da invitato alla prima iniziativa di raccolta fondi pro Renzi organizzata dall’associazione Noi Link, embrione della fondazione Big Bang che nascerà nel 2012. All’hotel Brunelleschi, quel giorno, siedono 106 persone pagando mille euro per pranzare con il futuro rottamatore, guest star: l’allora ministro Francesco Rutelli. Con Fusi, Neri, Antonio Cantini e Alfiero Poli di Polistrade, il direttore della Cna Luigi Nenci, imprenditori vari; mentre al fianco di Renzi sedeva, oltre a Carrai e all’avvocato Alberto Bianchi (ora nel Cda dell’Enel), Giorgio Gori, candidato sindaco di Bergamo costretto al ballottaggio. Nardella ha conquistato Firenze con il 60%. Ma non si è preso meriti. L’ha detto subito: “Grazie Matteo”.

d.vecchi@ilfattoquotidiano.it

Davide Vecchi, Il Fatto Quotidiano 31/5/2014