Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2014  maggio 31 Sabato calendario

LACRIME IN FONDAZIONE


Benito Benedini, presidente dei Cavalieri del lavoro e de Il Sole 24 Ore, sta per presentare i conti del 2013 di Fondazione Fiera Milano, di cui è presidente da alcuni mesi, che mostrano un crollo verticale della redditività.
Il progetto di bilancio che sarà sottoposto all’assemblea vede infatti il rendiconto, a livello ordinario, chiudersi con un profitto di soli 2,6 milioni di euro rispetto ai 26 milioni del precedente esercizio che erano frutto di una plusvalenza realizzata cedendo le aree dell’Expo 2015 alla collegata Arexpo. Benedini proporrà ai soci di destinare l’intero mini-utile a riserva. La minore profittabilità è confermata anche dal progetto di bilancio consolidato che mostra una perdita di 4,3 milioni che si confronta con un profitto di oltre 32,5 milioni del 2012. Sempre a livello di gruppo il margine operativo lordo decresce da 121,1 a 49,4 milioni e il risultato operativo cade da 66,8 a 4 milioni.
Va osservato anzitutto che la minore redditività è frutto di un azzoppamento dei ricavi che a livello di gruppo scendono anno su anno da 340,5 a 270 milioni. Tra le voci di fatturato il canone di affitto delle aree stipulato tra la fondazione e la controllata quotata Fiera Milano vale circa 78,5 milioni (ma è stato rivisto al ribasso di 120 milioni per il periodo 2014-2023), cui si aggiungono il corrispettivo dell’uso delle aree (60 milioni) e il noleggio allestimenti (40 milioni). «L’esercizio», dice Benedini nella relazione sulla gestione, «conferma le conseguenze della permanente criticità del ciclo economico italiano sul sistema fieristico», tanto che lo scorso anno nel Paese la domanda di spazi registrata per le manifestazioni si è tradotta in un decremento del 10% e Fiera Milano ha dovuto registrare minore domanda di spazi espositivi per il Bit (Borsa internazionale del turismo) e per le due edizioni del Macef.
Nel 2013 i metri quadrati venduti nel quartiere fieristico milanese sono stati infatti circa 1,3 milioni rispetto agli 1,4 milioni dell’anno prima. Il conto economico di gruppo è poi influenzato negativamente da svalutazioni su crediti e marchi per oltre 16,6 milioni.
A livello di stato patrimoniale, a fronte di un patrimonio netto consolidato di 522,3 milioni, i debiti verso banche sono diminuiti da 244,2 a 220 milioni, ove la parte consistente è un’esposizione di 161 milioni verso il pool creditizio guidato da Intesa Sanpaolo mentre altri 55,4 milioni sono dovuti al ticket Intesa/Bpm.
Benedini dice comunque che il suo primo bilancio rappresenta l’inizio di una nuova fase di rapporti con la controllata quotata per cercare «una più efficace governance istituzionale a livello dell’intero patrimonio societario della fondazione e di Fiera Milano». E il business futuro della Fondazione? «Il piano di investimenti per il triennio 2014-2016», conclude il presidente, «ormai vede un impegno prioritario volto al mantenimento attivo del patrimonio immobiliare». Anche perché quest’anno si preannuncia ancora magro per Fiera Milano e si aspetta e si spera solo nelle possibili ricadute economiche positive di Expo 2015.

Andrea Giacobino, MilanoFinanza 31/5/2014