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 2014  maggio 31 Sabato calendario

PERISCOPIO


Hollande e Merkel, nonostante le differenze che li separano, debbono comportarsi da pari a pari. La situazione economica della Francia è preoccupante e le riforme strutturali sono indispensabili. Lo scarto che si sta approfondendo tra la competitività dell’economia tedesca e quella della Francia minaccia di squilibrare la loro collaborazione politica. Una Francia debole si ritroverà un giorno nel club dei paesi assistiti. E ciò priverà la Germania di un partner strategico. Gerhard Cromme. Commentaire.

Nel giardino della sede presidenziale a Gerusalemme c’è il busto di Moshe Katsav che chiude il girotondo degli otto presidenti che lo hanno preceduto. Nel 2010 Katsav è stato condannato per stupro e abusi sessuali contro le sue assistenti, è ancora in carcere e Shimon Peres non ha intenzione di concedergli la grazia chiesta dalla famiglia. Davide Frattini. Corsera.

È la natura stessa della mondializzazione che sta modificandosi. Se i Bric (fra i quali l’India e la Cina in primo luogo) ne sono il motore, la rivalità concorrenziale che le loro stesse imprese suscitano, sta minacciando le economie occidentali. Analizzando la brutalità e la velocità di questa mutazione si può parlare di «seconda mondializzazione». Ci sono tutti i segni di una rottura. La ricerca occidentale non è più garantita di fare la corsa in testa. I nuovi pensatori della mondializzazione non sono più americani o europei ma indiani. Si chiamano Pankaj Ghemawat, Tarun Khanna e Krihna Palepu. François Chaillou, Strategy Consultant. Le Figaro.

Il processo di Norimberga contro i gerarchi nazisti fu propaganda come il processo a Saddam Hussein. L’imperatore giapponese era colpevole quanto Hitler eppure nessuno lo ha processato. In quei processi la forma è più importante del contenuto: non si vuole fare giustizia, ma dare un messaggio e vendicarsi. Ecco perchè dico che Norimberga è un po’ Hollywood. Infatti attraverso Hollywood ci siamo convinti che i buoni erano i cowboy e non gli indiani d’America, vittime di un eccidio di 18 milioni di persone, tre volte l’Olocausto. Norimberga è stata un’opera analoga di propaganda. Tutto qua. Mai negato le camere a gas, mai stato negazionista. Piergiorgio Oddifreddi. Il Fatto quotidiano.

A suoi occhi, Beria, al quale Stalin aveva affidato la responsabilità del programma atomico sovietico, era il più lucido di tutti. Egli sapeva che il sistema era fondato sull’onnipotenza di una ideologia menzognera, e quindi era condannato. Dopo la morte di Stalin, Beria lancia delle iniziative coraggiose come la liberazione di più di un milione di prigionieri dei gulag o l’idea di riunificare la Germania e tenta di allentare la presa del partito sullo stato. Beria commette l’immenso errore di non nascondere il suo disprezzo verso il comunismo ai burocrati che lo circondano. L’istinto dei mediocri e di coalizzarsi contro coloro che gli sono intellettualmente superiori. Dopo la morte di Stalin, Beria non terrà conto di questo pericolo. Non a caso si pensa che Beria fu fucilato in fretta e furia e che un suo sosia lo abbia sostituito in occasione del processo tenuto a porte chiuse nel dicembre del 1953. Françoise Thom, Beria le Jaunus du Kremlin, Edition du Cerf.

Nel febbraio 1948 il dirigente comunista Klement Gottwald tenne un discorso importante al balcone di un palazzo barocco di Praga. Cadeva la neve, faceva freddo e Gottwald era a capo scoperto. Clementis, premuroso, si tolse il berretto di pelliccia e lo mise sulla testa di Gottwald. Quattro anni dopo Clementis fu accusato di tradimento e impiccato. La sezione propaganda lo cancellò immediatamente dalla storia e, naturalmente, anche da tutte le fotografie. Da allora, Gottwald, su quel balcone, ci sta da solo. Là dove c’era Clementis, c’è solo la nuda parente del palazzo. Di Clementis è rimasto solo il berretto in testa di Gottwald. Milan Kundera, Il libro del riso e dell’oblio. Bompiani, 1978.

Ha perciò ancora qualche senso, che la nostra classe politica cerchi il consenso di gente, organizzata corporativamente e che, o vive di spesa pubblica, alle spalle di quelli che pagano le tasse, o non crede più nello stato, e nella democrazia, ed è persino disposta a rinunciare alle proprie libertà, delegandole a qualche uomo della provvidenza? Piero Ostellino. Corsera.

Certe volte, in mezzo ai nostri discorsi, si udivano boati lontani: «Bombardano Bergamo», diceva il Tiraboschi, che pensava solo a Bergamo. Invece bombardavano Milano e qualche volta Torino. In quelle direzione infatti si vedevano delle vampe che salivano al cielo. Spegnevo allora la luce nella biblioteca per vedere meglio l’orizzonte infuocato e le traiettorie luminose dei tiri anti aerei. Ritti in piedi dietro le finestre guardavamo in silenzio, finché, cessati i boati e le vampe, si ricomponeva il mantello della notte. Piero Chiara, Viva Migliavacca! Mondadori. 1982.

Sono profondamente anticonformista, ma adoro le buone maniere e la buona educazione. Sono eterosessuale convinto, ma frequento e divido parte della mia vita sociale con l’altra faccia del maschio, quella gay. Mi piacciono gli animali. A tal punto che considero il mio cane Dennis un umano a tutti gli effetti. Adoro il lato frivolo della vita e guardo con sospetto quelli che cercano di drammatizzare ogni accadimento. Il dramma è un lusso che, forse, si possono permettere quelli del Nord. Io mi sento del Sud. Preferisco un sorriso a un approfondimento del dolore. Da quando ho i primi capelli bianchi in testa mi piace molto cambiare idea. E questo, in me, finisce per diventare un difetto perché, adesso, cambio idea spessissimo. Mi piace anche affrontare i problemi con una certa superficialità. Non per superficialità ma perchè conosco i miei limiti. Per approfondire sul serio bisogna fare, di cognome, Freud, Kant o Einstein. In giro, invece, vedo molti profondi imbecilli. Enrico Vanzina, Commedia all’italiana. Newton Compton.

I suoi genitori sono persone modeste e perbene, la loro concezione della vita esclude la banalità perché si campa una volta sola e non bisogna umiliare quest’unica vita. Domenico Campana, Pietà per le belle. Mondadori.

Aveva una faccia timida, rugosa, occhi puntuti ed enormi sopracciglia nere, come incollate in fronte per uno scherzo da clown. Nantas Salvalaggio, Il salotto rosso. Mondadori.

Vorrei essere scapolo e corteggiatissimo. Roberto Gervaso. il Messaggero.

Paolo Siepi, ItaliaOggi 31/5/2014