Rolla Scolari, Il Giornale 31/5/2014, 31 maggio 2014
FINE DI UN’EPOCA A NEW ORLEANS CHIUDE L’ULTIMA SCUOLA STATALE
New York Quando in autunno gli studenti di New Orleans torneranno in classe, nella città della Louisiana non ci sarà più neanche una scuola statale tradizionale. L’ultima, la Benjamin Banneker Elementary, ha chiuso le sue aule mercoledì. La città è la prima degli Stati Uniti in cui da questa settimana operano soltanto le cosiddette charter school, scuole gestite e dirette da privati ma finanziate con i soldi dello stato. Possono essere fondate da gruppi di genitori, insegnanti, imprenditori, uomini d’affari e associazioni e non prevedono il pagamento di rette da parte degli studenti. Non esisterà più dunque una burocrazia scolastica centralizzata, ma i diversi istituti faranno riferimento a operatori indipendenti. Nel distretto di New Orleans, 33 mila studenti saranno divisi in 58 charter school pubbliche. Secondo il Washington Post , che ha fatto un viaggio nella città che chiude le sue scuole statali, questa rivoluzione ha un’origine precisa: l’uragano Katrina che ha colpito New Orleans nel 2005. Prima della catastrofe, le scuole pubbliche della città erano considerate le peggiori degli Stati Uniti. Nel periodo della ricostruzione, il sistema scolastico è passato sotto il controllo di un organo già operativo prima della tempesta, il Recovery School District, che ha progressivamente chiuso le istituzioni in fallimento, utilizzato due miliardi di dollari in fondi per la catastrofe per ricostruire edifici e classi, e ha appaltato la gestione delle scuole a privati - charter school - fornendo loro sedi gratis.
Il concetto di charter school - un compromesso tra istruzione pubblica e privata - è nato vent’anni fa. Il primo istituto di questo tipo ha aperto in Minnesota e ora charter school sono presenti in 42 stati americani. Secondo alcuni indici, a New Orleans sarebbe migliorato il livello dell’educazione. Prima di Katrina il tasso di diplomati era al 54,5%, nel 2013 è salito al 77,6%. Tuttavia, soltanto il 41 per cento della popolazione della città apprezza la scomparsa delle tradizionali scuole statali, rivela un sondaggio della Tulane University. Per i sostenitori delle charter school, gli istituti di questo tipo oltre ad assicurare una migliore istruzione agli studenti danno alle famiglie vasta possibilità di scelta. Dall’altra parte, i detrattori lamentano la scomparsa delle scuole di quartiere e di un’autoritàcentrale facilmente riconoscibile. Nella maggior parte dei casi, l’ammissione alle charter school è attraverso applicazioni computerizzate. Molti genitori temono una complicazione nell’organizzazione della routine familiare creata dalla necessità di portare i figli in scuole fuori dai quartieri di residenza. In questi giorni, inoltre, attivisti per i diritti umani a New Orleans e in altre città hanno sollevato ipotesi di discriminazione legate al nuovo sistema scolastico. Le migliori charter school di New Orleans hanno infatti un diverso sistema d’ammissione, basato sul passato rendimento scolastico: questo, dicono gli attivisti, rischia di lasciare da parte quegli studenti afro-americani che arrivano da istituti meno qualificati.
New Orleans diventa un esperimento nel mondo dell’istruzione americano, portando al culmine un dibattito che va avanti da molto tempo negli Stati Uniti. Le charter school a marzo sono tornate a essere al centro delle cronache nazionali quando il sindaco progressista di New York Bill de Blasio ha ritirato un accordo che avrebbe permesso a tre charter school pubbliche di condividere spazi cittadini con istituti statali tradizionali. In passato, il sindaco ha dimostrato pubblicamente le sue preferenze per scuole «comuni» e il suo scarso appoggio per le charter, sollevando le critiche di molti non soltanto nella città.