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 2014  giugno 01 Domenica calendario

CHIAMARE ZINGARI GLI ZINGARI SIGNIFICA ESSERE DI DESTRA?


E allora: amo Knut Hamsun fin da quando diciottenne scoprii Misteri, e poi Fame, e poi gli altri suoi libri, grazie a uno dei miei eroi, Charles Bukowski. Il caro vecchio Hank leggeva il Nobel norvegese - autore tra le altre cose di un telegramma di condoglianze per la morte di Hitler inviato alla Cancelleria del Reich ormai semidistrutta - nella biblioteca civica di Los Angeles, lì dove s’era imbattuto nei romanzi di John Fante. E poi, quando passo per via Carlo Alberto qui a Torino, mi fermo sempre a salutare il mio adorato Federico Guglielmo Nietzsche. Quanto a Louis Ferdinand Céline, come si può pensare al Novecento senza il suo Viaggio al termine della notte, peraltro ormai da tempo ampiamente «sdoganato»?
E Yukio Mishima, dove lo mettiamo? E Leni Riefenstahl, una che ha influenzato generazioni di registi certo non in camicia bruna al di qua e al di là dell’Atlantico, a cominciare da Francis Ford Coppola (tra l’altro, nella famosa scena dell’attacco degli elicotteri in Apocalypse Now, la Cavalcata delle Valchirie viene usata esattamente come in un cinegiornale Ufa del 1941 che racconta la presa di Creta da parte dei parà tedeschi, date un’occhiata su YouTube). E che sorpresa, leggendo anni fa il saggio Fascisti immaginari di Filippo Rossi, scoprire che il Comandante Ernesto Che Guevara era (alla pari degli Indiani d’America, e di Willy Coyote) tra le icone dei giovani di destra già negli Anni Settanta. Comunque: ecco di seguito un elenco evidentemente parziale, inevitabilmente confuso e palesemente disordinato delle cose di Destra e di Sinistra in Italia. Sempre tenendo presente la celebre definizione di Ennio Flaiano: «In Italia i fascisti si dividono in due categorie: i fascisti e gli antifascisti».
Cose di destra
● Cambiare le regole del mercato del lavoro e far arretrare spaventosamente i diritti dei lavoratori introducendo di fatto le norme che danno il via al precariato in Italia (in realtà lo ha fatto il primo governo di Sinistra nella storia del Paese).
● Chiamare «handicappati» soggetti con malformazioni o deficit cognitivi anche gravissimi che anche a detta dei loro genitori purtroppo non sono in grado di fare alcunché autonomamente.
● Introdurre i sistemi sanitario e pensionistico in Italia, salvo poi contribuire alla riforma dei medesimi ossia al loro progressivo smantellamento.
● Chiamare zingari gli zingari.
● Definire riforme quelle che riforme non sono, visto che in realtà si tratta di contro-riforme.
● Provare simpatia per Renzi e magari, nel segreto dell’urna, votarlo.
● Rimpiangere il Ventennio, l’uno o l’altro.
● Chiamare «froci» i gay.
● Dichiarare pubblicamente una cosa ma farne privatamente un’altra per quanto attiene alla cosiddetta sfera sessuale.
● Assumere in nero giovani stagisti.
● Scagliarsi contro la fuga dei cervelli ma non fare nulla di concreto per evitarla.
● Aspettare il 25 aprile per rinfocolare le classiche polemiche, così da scatenare il cane di Pavlov nell’avversario.
● Aderire incondizionatamente alle politiche del libero mercato.
● Non guardare Fazio per sentirsi più intelligenti di chi lo guarda.
● Se parlamentari, votare all’unanimità per l’aumento degli stipendi dei parlamentari.
Cose di sinistra
● Sostenere di voler risolvere il problema del precariato in Italia dopo averlo introdotto.
● Chiamare «diversamente abili» soggetti con malformazioni o deficit cognitivi anche gravissimi che anche a detta dei loro genitori purtroppo non sono in grado di fare alcunché autonomamente.
● Contribuire alla riforma ossia al progressivo smantellamento dei sistemi sanitario e pensionistico in Italia.
● Chiamare nomadi gli zingari anche se di fatto ormai sono stanziali e non stupirsi qualora si presentino a votare per le primarie del proprio partito.
● Definire riforme quelle che riforme non sono, visto che in realtà si tratta di contro-riforme.
● Provare antipatia per Renzi ma magari, nel segreto dell’urna, votarlo.
● Rimpiangere la Democrazia Cristiana.
● Chiamare gay i gay senza sapere che secondo molti anche il termine gay è discriminante, e senza sospettare che moltissimi gay tra loro si chiamano «froci».
● Dichiarare pubblicamente una cosa ma farne privatamente un’altra per quanto attiene alla cosiddetta sfera sessuale.
● Assumere in nero giovani stagisti.
● Scagliarsi contro la fuga dei cervelli ma non fare nulla di concreto per evitarla.
● Aspettare il 25 aprile per rinfocolare le classiche polemiche, così da scatenare il cane di Pavlov nell’avversario.
● Aderire incondizionatamente alle politiche del libero mercato.
● Guardare Fazio per sentirsi più intelligenti di chi non lo guarda.
● Se parlamentari, votare all’unanimità per l’aumento degli stipendi dei parlamentari.

Giuseppe Culicchia, La Stampa 1/6/2014