Ilaria Maria Sala, La Stampa 1/6/2014, 1 giugno 2014
PECHINO RESUSCITA LE SPIE MAOISTE E IL PENSIONATO DIVENTA DELATORE
Scossa dai recenti attacchi terroristici, la Cina pensa a proteggere la capitale, Pechino. Aumentano i controlli, sia nel mondo virtuale che in quello reale, con un accresciuto numero di telecamere e pattuglie di polizia in giro per le strade. Alle stazioni ferroviarie ci sono lunghissime file, dopo che sono stati instaurati controlli simili a quelli degli aeroporti.
Da pochi giorni la polizia in molte città cinesi è di nuovo armata, e le squadre anti-sommossa sono affiancate a quelle anti-terrorismo.
E poi, ci sono i pensionati. Rinverdendo una pratica comune in epoca maoista e nell’era di Deng Xiaoping ecco che sono stati nuovamente istituiti i Comitati di Quartiere – gruppi di uomini ma per lo più donne che, già in pensione, passano il tempo a sorvegliare quello che avviene intorno a loro.
Fino ai tardi Anni Novanta questi s’intrufolavano in ogni dettaglio della vita delle persone: per sorvegliare l’adesione al Piano regolatore delle nascite, per esempio, chiedevano alle donne in età riproduttiva di riportare ogni mese l’inizio delle mestruazioni, venendo poi scortate a fare esami di gravidanza dovessero essere sopraggiunti ritardi. Amici e parenti erano classificati, ma anche acquisti voluminosi o litigi in famiglia.
Oggi, il ciclo riproduttivo femminile interessa meno, ma il nuovo «esercito cittadino» è invitato a riportare tutto quello che ai loro occhi appare sospetto. Origlierà le conversazioni di chi passa, terrà d’occhio gli andirivieni dei vicini e dei condomini, tanto più se questi hanno la disgrazia di appartenere all’etnia uigura, originaria del Xinjiang, da cui sono partiti i più gravi attentati.
Ma fra tutti, chi dovesse essere visto con un nuovo fidanzato può star sicuro di ricevere visite e domande a bruciapelo, per la strada o nel pianerottolo. Chi dovesse poi avere la temerarietà di invitare qualcuno a pernottare a casa sua, magari da fuori città, sa di poter contare su una folta schiera di matrone pronte non farsi gli affari loro.
E di folta schiera davvero si tratta: il quotidiano «Notizie di Pechino» ha riportato che nella capitale saranno messe al «lavoro» 250.000 persone, e che il loro impegno di ficcanaso sarà retribuito. Chiunque fornirà alla polizia una notizia «utile» riceverà 20 centesimi di euro. Chi invece riportasse dalle 3 notizie «utili» in su al giorno potrà contare su uno stipendio mensile di 20 euro.
Non ci si ferma qui: nell’ormai tesissimo avvicinarsi del venticinquesimo anniversario del massacro di Tiananmen, ecco che 850.000 volontari si affiancheranno alla polizia per pattugliare le strade della capitale. La notizia specifica che già nel 2008, in occasione dei Giochi Olimpici, alcune migliaia di persone si erano rese utili nel sorvegliare ogni angolo della città, ma ora si passa a uno squadrone di taglia davvero significativa.
Più sparuto, ma ugualmente agguerrito, il piccolo plotone di «ispettori di sicurezza» volontari, forte di 1000 uomini, incaricato di sorvegliare gli autobus di Pechino.
Ecco dunque che le vite degli altri saranno sottoposte a un’osservazione costante, il cui scopo dichiarato è la delazione, in nome dell’anti-terrorismo. Negli anni maggiormente ideologici la sorveglianza dei pensionati portò a innumerevoli arresti e soggiorni in campi di lavoro, dopo soffiate meschine e piccole vendette personali. Difficile aspettarsi molto di meglio da questo nuovo «esercito di cittadini».
Ilaria Maria Sala, La Stampa 1/6/2014