Fiorenza Sarzanini, Corriere della Sera 31/5/2014, 31 maggio 2014
«FIORI SULLA NAVE, PRANZI, PEDINAMENTI» L’OSSESSIONE PER LADY MATACENA
ROMA — Fiori spediti sulle navi dove trascorreva le vacanze, segretarie e poliziotti della scorta sempre pronti a soddisfare esigenze e richieste, controlli e pedinamenti quando aveva la sensazione «che ci fosse qualcuno che si prendeva un po’ cura di lei, come faceva lui». Era una vera e propria ossessione quella che Claudio Scajola aveva per Chiara Rizzo, la moglie di Amedeo Matacena. Le attenzioni quasi maniacali e la gelosia a tratti morbosa, già svelate dai colloqui intercettati, vengono adesso confermate dalla segreteria dell’ex ministro, Roberta Sacco, anche lei arrestata con l’accusa di aver fatto parte della «rete» che favoriva la latitanza dell’ex parlamentare di Forza Italia — fuggito a Dubai dopo la condanna definitiva a 5 anni per concorso esterno in associazione mafiosa — e scarcerata per un errore di procedura. È il verbale di interrogatorio, ma soprattutto il memoriale consegnato dalla donna ai pubblici ministeri di Reggio Calabria, a rivelare come Scajola si fosse messo totalmente a disposizione della signora Rizzo tanto che la sua collaboratrice confessa che l’ex ministro «mi ha sempre chiesto riservatezza circa i loro incontri o contatti, in particolare nei confronti della sua famiglia» e di avergli «fatto presente che gli incontri con la Rizzo di cui ero a conoscenza e complice mi creavano disagio verso sua moglie che conosco da anni, ma la mia esternazione non ha prodotto alcun esito».
La crociera e i pranzi
Sacco racconta che negli ultimi due anni «i contatti tra Scajola e la Rizzo erano periodici, a volte lei veniva in ufficio per pranzare con lui. Le disposizioni impartite da Scajola consistevano nell’allestire il pranzo dopodiché potevo lasciare l’ufficio e tornavo a riordinare all’orario concordato con l’onorevole oppure lui mi telefonava per dirmi che potevo rientrare in ufficio». Ma «dalla fine della scorsa estate» il rapporto sembra allentarsi.
Scrive la segretaria: «In corrispondenza di una crociera che la signora Rizzo ha effettuato con amici e di cui sono al corrente perché Scajola mi aveva chiesto di trovare un modo per far avere dei fiori sia in nave sia in un hotel dove faceva scalo, Scajola ha iniziato a parlarmi delle sue preoccupazioni circa l’amicizia con la signora Rizzo, in pratica pensava che potesse esserci qualcuno che si prendeva un po’ cura di lei come faceva lui. Questo è associato al fatto che dopo la vacanza la signora “sfuggiva” e non riuscivano più a vedersi e a concordare gli incontri come facevano prima. Lui era dispiaciuto per questa situazione e tendeva a voler sapere ogni spostamento di lei per poterne verificare la sincerità».
Pedinamenti e controlli
È in questo momento che la gelosia sembra avere il sopravvento. Racconta Sacco: «Ho appreso che in un’occasione Scajola chiese alla sua segretaria romana, Vincenza Maccarone, di pedinare la Rizzo per verificare se la stessa avesse un appuntamento con Francesco Bellavista Caltagirone. Ciò è avvenuto dopo la crociera della Rizzo nel mese di agosto 2013». Non è l’unica volta: la stessa Sacco viene coinvolta in questi controlli, come lei stessa racconta ai magistrati.
Il 12 febbraio scorso gli investigatori della Dia pedinano la Rizzo per scoprire chi sia «l’Orco» di cui Scajola parla in alcune intercettazioni. E la sorprendono all’aeroporto di Fiumicino in compagnia dell’ingegner Bellavista Caltagirone. Il giorno prima la Rizzo era scesa dall’aereo privato che doveva portarla a Roma inventando una scusa con Scajola e l’ex ministro aveva il sospetto che dovesse incontrare un altro uomo. Per questo decise di attivare il suo «servizio segreto» fatto di poliziotti come Michele Quero e segretarie. Sacco lo dice senza esitazioni: «Confermo che Scajola mi incaricava di verificare gli spostamenti della Rizzo. In un’occasione attraverso Quero: ricordo mi disse di verificare se a bordo dell’aereo vi fosse Bellavista Caltagirone che sospettava intrattenesse una relazione con la Rizzo. Per questo motivo mi disse di verificare, tramite altro personale di scorta, la targa della Porsche Cayenne della Rizzo».
La consegna del regalo
Viaggi da Imperia a Montecarlo oppure a Ventimiglia andata e ritorno, piccole commissioni relative alle auto da riparare, ricerca di operai per i lavori di ristrutturazione da effettuare nell’appartamento monegasco: ogni esigenza della Rizzo veniva soddisfatta da Scajola incaricando la fidata segretaria di provvedere. Anche quando si trattava di acquistare i regali.
Ricorda Sacco: «Nel mese di febbraio Scajola mi ha chiesto di raggiungere la signora Rizzo a Sanremo, presso un centro medico dove aveva appuntamento con il figlio, per consegnarle un sacchetto contenente due biglietti per il Festival di Sanremo che era in corso quella stessa settimana. Era un presente di Scajola per il suo compleanno».