Serena Danna, Corriere della Sera - La Lettura 1/6/2014, 1 giugno 2014
TUTTI PAZZI PER LA FORMULA DELL’AMORE
Nel 1955 in un piccolo paese nel Sud della Germania le donne fronteggiavano la penuria maschile. Morti in guerra, malati oppure emigrati, i maschi da sposare erano diventati — all’improvviso — una esigua minoranza, non molto diversa da quella con cui fanno i conti (per ben altre ragioni) ogni giorno le ragazze delle metropoli d’Occidente. Se queste ultime hanno imparato a rivolgersi ai siti di incontri online per orientarsi con criteri pseudoscientifici nella giungla del mercato amoroso, che soluzione poteva esserci per le giovani donne tedesche senza internet, globalizzazione e serie tv? La stessa: una versione analogica di OkCupid. Un dottore del posto — racconta il numero del 1° maggio del 1955 della storica rivista «American Weekly» — per rimediare all’odioso problema, costruì, infatti, una «slot machine per innamorati », che per filosofia e procedimento ricorda moltissimo Tinder, l’applicazione di dating online molto popolare tra i giovani single, che presenta i possibili partner (selezionati in base a posizione geografica, amici, orientamento sessuale e interessi) in una gallery fotografica da sfogliare.
Allo stesso modo, la macchina tedesca conteneva le fotografie degli uomini disponibili in zona, accompagnate da una breve descrizione. Per approfondire la conoscenza del desiderato, la donna cerca-marito doveva inserire nella macchina 50 centesimi. E una nota con la descrizione del marito dei sogni. A quel punto, il dottore estraeva il profilo del giovane più adatto alle esigenze della cliente e predisponeva un appuntamento tra i due.
«American Weekly» racconta la storia tra Minna e Kurt, immortalati in una foto d’epoca mentre brindano alla loro unione. La didascalia che accompagna l’immagine seppiata recita: «Minna ha avuto conferma che Kurt non picchia sua madre; Kurt ha appena appreso che Minna cucina con il fornello a gas. Così i due brindano al loro fidanzamento. Il vino costa di più del compenso pagato per la slot machine ma, questa volta, paga Kurt».
Come ha sottolineato Matt Novak sul blog Paleofuture, non è chiaro se la «slot machine degli innamorati » fu mai importata dagli americani per implementarne l’approccio scientifico alla ricerca del partner. Appare evidente, invece, che l’attenzione degli scienziati per l’amore perfetto (l’illusione di rendere razionale e quindi controllabile la ricerca più misteriosa dell’universo) non nasca con i sempre più sofisticati algoritmi dei siti d’incontri, ma trovi le sue origini agli inizi del secolo scorso.
Fin dagli anni Venti, centinaia di ricercatori e studiosi hanno intravisto nello sviluppo della tecnica, poi diventata tecnologia, una risorsa straordinaria per elaborare uno strumento per l’unione amorosa.
Il numero di aprile del 1924 della rivista «Science and Invention» ospita un articolo a firma dell’editore del magazine, Hugo Gernsback, considerato uno dei padri della fantascienza. Lo scrittore passa in rassegna quattro esperimenti scientifici che possono determinare il successo o il fallimento di un matrimonio.
«Al momento il matrimonio è una lotteria — scrive — e appare impossibile prevedere come il tuo eventuale marito diventerà nel futuro. Eppure, attraverso alcuni fattori — che possono essere facilmente individuati — si può essere piuttosto sicuri della propria scelta. Ci prendiamo un’estrema cura nell’allevare i nostri cavalli, cani e gatti, ma quando si tratta di noi stessi, non usiamo la stessa premura. Non usiamo la testa, né tanto meno gli strumenti che la scienza ha messo nelle nostre mani. Eppure oggi esistono alcuni test di base che possono essere svolti, e che danno una ragionevole garanzia della felicità di un matrimonio».
Il primo è il test dell’attrazione, per Gernsback l’elemento più importante per la riuscita di un’unione. Scopriamo così che per valutare l’attrazione fisica tra due persone all’inizio degli anni Venti, venivano attaccati degli elettrodi ai polsi degli innamorati che misuravano il battito attraverso un «sismografo elettrico», mentre una catena, stretta intorno al petto, doveva quantificare il respiro. Entrambi i valori venivano poi trasmessi su carta. Se il battito e la respirazione aumentavano quando i due amanti si toccavano, l’intesa erotica era provata.
Altra prova fondamentale è quella dell’empatia che veniva misurata attraverso le contrazioni muscolari e l’intensità delle inalazioni: più forti erano spasmi e respiri guardando negli occhi il partner, maggiore era la possibilità di comprensione tra i due.
Una delle convinzioni dell’epoca — di cui Gernsback era fiero sostenitore — riguarda il rapporto con gli odori dell’amato. Secondo lo studioso, molti matrimoni finiscono a causa dei profumi cutanei dell’uno scarsamente tollerati dall’altro. Durante il test dell’odore, dunque, il futuro marito veniva chiuso in una capsula collegata a un tubo che terminava nelle narici della donna (e viceversa). L’eventuale odore sgradevole era registrato da device collegati al petto e al polso: una sensazione olfattiva troppo forte determinava un’alterazione del battito cardiaco.
Quarto e ultimo test illustrato da Gernsback è quello del disordine nevrotico, ovvero il metodo che testa la capacità del partner di mantenere la calma nei momenti di tensione. L’esperimento prevedeva che un colpo di pistola venisse sparato all’improvviso nell’aria. La reazione nervosa della coppia all’inaspettato evento veniva registrata su un nastro. Se entrambi risultavano in preda al panico, allora il matrimonio andava evitato. È fondamentale, infatti, che — nelle situazioni di panico — almeno uno dei due componenti mantenga il sangue freddo.
Alla fine degli anni Quaranta con una leggera ripresa dei consumi e della vita sociale, è il momento dei questionari che tentano di individuare il partner adatto attraverso complesse domande che spaziano dai gusti abitativi alle abitudini a tavola al ristorante: nel meraviglioso volume Esquire’s Handbook for Host’s: A Time-Honored Guide to the Perfect Party, pubblicato per la prima volta nel 1949, insieme a consigli per organizzare la festa perfetta e diventare migliori padroni di casa, ci sono diversi test per scoprire quanto siamo attraenti per l’altro sesso.
Seguono alcune delle domande, corredate tutte da utili consigli. Si comincia dalle donne: «Nomini mai altri uomini durante la conversazione per dare la sensazione di essere molto ambita?» (sconsigliato: dà all’uomo un senso di inferiorità e gli fa credere che parlerai di lui agli altri); «Hai mai messo in imbarazzo un uomo dicendogli che è bello, che ha molti muscoli o che è troppo intelligente?» (consigliato: gli uomini adorano essere adulati).
Ecco invece le domande per gli uomini: «Usi l’approccio continentale che prevede il provarci subito? » (sconsigliato: insulta o annoia le donne); «Le chiedi mai di uscire anche con altre persone?» (consigliato: le donne vogliono incontrare i tuoi amici).
Sull’efficacia dei test, nessuna prova. Perché ieri come oggi, calcoli e algoritmi a parte, l’amore resta una chimica sconosciuta.