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 2014  maggio 31 Sabato calendario

DELITTI 2 GIUGNO


Due accoltellati: uno dal padre, uno dal vicino di casa. L’uomo che ha sparato al fratello

Marco Falzone, 22 anni. Di Porto Empedocle (Agrigento), una passione per la bottiglia, quando beveva era solito pestare di botte la madre, la sorella diciottenne, e il padre Pietrino, pescatore di anni 57 (una volta era dovuta persino intervenire la polizia). L’altra notte, tornato a casa come al solito ubriaco, come al solito iniziò a tirare calci e pugni a tutta la famiglia, allora il padre afferrò un coltello da cucina e conficcò la lama nel petto del figlio suo (morto durante il trasporto in ospedale).
Notte di lunedì 26 maggio in un appartamento in via Turati, quartiere Grandi Lavori, a Porto Empedocle (Agrigento).

Gennaro Galdiero, 42. Imprenditore ortofrutticolo, noto in Campania come il “re della mela annurca”, stimato e benvoluto da tutti, separato, attendeva un figlio dalla nuova compagna. L’altro giorno pranzò con il socio Pasquale Savanelli, 52 anni. I due, molto amici nonostante in passato avessero talvolta discusso per soldi, dopo aver mangiato si allontanarono ognuno a bordo della propria auto. A un certo puntò vicino al casello dell’autostrada il Savanelli affiancò il Galdiero, quello abbassò il finestrino per sentire che voleva e l’altro gli sparò due colpi in faccia (morto in ospedale dopo ore d’agonia). Due giorni dopo il Savanelli andò a confessare il delitto ai carabinieri, rifiutandosi però di spiegarne le ragioni.
Primo pomeriggio di martedì 27 maggio nei pressi del casello autostradale di Caianello, Caserta.

Giovanni Lauria, 34 anni, e suo nipote Giuseppe De Rosa, 27. Allevatori della provincia di Matera, l’altra mattina, come d’abitudine, raggiunsero il loro terreno per fare dei lavori. Ad attenderli, nascosto dietro un cespuglio, c’era Antonio Saponara, 43 anni, pastore e cacciatore, che appena li vide, senza neanche dargli il tempo di scendere dall’auto, li freddò con due colpi di fucile ciascuno, risparmiando invece Franco Lauria, 32 anni, fratello di Giovanni, a cui disse: «Tu non c’entri, a te non ti ammazzo» (la sorella dei Lauria conviveva col Saponara, Giovanni e Giuseppe non avevano mai digerito la faccenda e perciò tra i tre erano liti continue).
Intorno alle 7.15 di giovedì 29 maggio nelle campagne di Cirigliano, Matera.

Vincenzo La Porta, 65 anni. Allevatore di Campodipietra (Campobasso), sposato, tre figli, viveva in una casetta bianca circondata da tanto terreno e spesso litigava col fratello Antonio, 54, alle spalle qualche problema con la giustizia, descritto da tutti come una «testa calda», che aveva un podere confinante col suo. L’altro giorno Vincenzo piantava dei paletti nel terreno per il transito delle bestie quando Antonio, credendo che volesse sconfinare nella sua proprietà, prese a insultarlo. Tra i due volarono calci e pugni finché Antonio, tirata fuori una vecchia Beretta 34 con la matricola abrasa, non sparò un colpo dritto nel cuore del fratello.
Domenica 25 maggio in un podere a Campodipietra (Campobasso).

Giovanni Scarfone, 44 anni. Di San Mauro Marchesato (Crotone) da tempo litigava, per questioni di vicinato, con un Salvatore Drammis di anni 28. Costui l’altra notte, chissà perché, andò a bussare a casa sua. Lo Scarfoni, in pigiama, aprì la porta, tra i due nacque una violenta discussione e d’un tratto il Drammis, che s’era portato appresso un coltello da cucina, gli infilò la lama da venticinque centimetri nove volte nel petto.
Poco dopo la mezzanotte di domenica 27 maggio in una palazzina di case popolari a San Mauro Marchesato, nel Crotonese.