Fosca Bincher, Libero 30/05/2014, 30 maggio 2014
BEPPE SI CONSOLA CON IL MATTONE
Gli affari pubblici gli hanno fatto venire un fegato grosso così, tanto da fare incetta di Maalox dopo la domenica elettorale che ha visto trionfare Matteo Renzi. Gli affari privati invece non vanno così male per Beppe Grillo. Perfino nel settore che per lui era più sofferente, quello immobiliare, affidato alle cure del fratello Andrea. Per la prima volta dopo anni infatti l’immobiliare del comico genovese ora più noto come politico – la Gestimar – vede in nero i propri conti, con un significativo utile di bilancio che ha coinciso proprio con il massimo del suo impegno politico. La società non ha grande attività, visto che affitta beni immobiliari acquistati da Grillo o per cui ha stipulato contratti di leasing. L’amministratore unico, Andrea Grillo, è formalmente anche azionista della società, visto che ne detiene l’uno per cento del capitale. Ma il proprietario vero è Beppe, che controlla saldamente il 99 per cento. La Gestimar aveva avuto qualche notorietà non proprio graditissima anni fa quando risultò dai bilanci l’adesione ai condoni fiscali tombali previsti per il 2002 e il 2003. Il condono fiscale era legge, e molte società lo utilizzarono anche per evitare inutili contese con il fisco, ma già allora Grillo tuonava dal suo blog e negli spettacoli itineranti in Italia contro la classe politica che utilizzava a man bassa i condoni, e la rivelazione di avere predicato bene e razzolato assai diversamente non fu gradita al comico, che però ammise con sincerità il fatto una volta emerso. Acqua passata. Da allora in poi però la Gestimar ha sempre vivacchiato alla bell’e meglio, chiudendo i bilanci con piccole perdite e risicati utili. Il patrimonio era rappresentato da piccoli appartamenti a Golfo Aranci (3) e Porto Cervo (1), da due immobili commerciali un negozio e un ufficio a Genova e in provincia e da un altro appartamento e un negozio mai rivalutati nonostante le possibilità di legge. A costo storico sono inseriti in bilancio con valori molto bassi, che al massimo sono stati rivalutati con la legge del 1991. In tutto sono riportati a patrimonio per meno di un milione di euro. Ma il loro valore di mercato è assai più alto. Ed è proprio questa la spiegazione dell’utile di bilancio finalmente cresciuto. Grillo ha infatti venduto il negozietto che la Gestimar possedeva a Casella, un paesino in provincia di Genova. Era ammortizzato a bilancio per una somma molto bassa73.351 euro ed è stato venduto a poco meno di 300 mila euro. Così nei conti della Gestimar è emersa una plusvalenza di 216.363 euro, che ha fatto contenti sia il fisco italiano che il comico-politico riuscito finalmente a incassare una somma consistente.
Non ha potuto però mettersela in tasca, perché pesavano non poco i brutti risultati degli anni precedenti, per cui si era attinto al finanziamento socio erogato anni prima. Così l’utile è stato in piccola parte (6.890 euro) messo a riserva legale e per il resto (130.924 euro) riportato a nuovo «a copertura integrale delle precedenti perdite riportate a nuovo».
Ad avere consentito l’affarone al leader del Movimento 5 stelle è stato per altro un politico locale: Andrea Petech, consigliere comunale di Casella eletto con una lista civica. Preso il negozio di Grillo l’ha trasformato in un piccolo supermercato, gestito però secondo la tipica filosofia «grillina»: la Spesa e risparmio.