Guia Soncini, la Repubblica 30/5/2014, 30 maggio 2014
LA VITTORIA DI TAYLOR TENNISTA CURVY SULLA RIBALTA
Per fortuna è arrivata Taylor Townsend, tennista con cosce e braccia di misure simili a quelle di noi provinciali: senza di lei, toccava pregare che Adele e Kim Kardashian non dimagrissero mai. Adesso sono in tre: una cantante e una starlette e una tennista. Tre non sono più un’eccezione: tre sono il segno di un’estetica rivoluzionata.
C’è un modo semplice per svelare i bluff culturali: se lo dicono in inglese, mentono.
Curvy svela un universo. Quello di chi conosce tutte le frasi giuste: le forme sono meglio; la morbidezza è più femminile; vuoi mettere le pin-up di una volta, loro sì attraenti, rispetto a quei manici di scopa di modelle. Un italiano che dica curvy è uno che può, senza mettersi a ridere, guardare una foto di Angelina Jolie e asserire schifato: «Troppo magra». Chi usa «curvy» sa che in italiano non potrebbe dirlo: si capirebbe che non è un apprezzamento.
Perché il problema di usare la propria lingua è che i significati arrivano prima delle suggestioni. «Mi piaci così, curvy » può venire accolto con un sorriso; «Mi piaci così, con un sedere che fa provincia» significa mettere rapidamente fine alla conversazione.
Lena Dunham, l’autrice e attrice del telefilm Girls che ha fatto del suo corpo nudo un oggetto di scena, risponde da tre anni a domande sul suo coraggio e la sua spregiudicatezza. Non perché le sue siano le prime scene di nudo della serialità televisiva americana: perché Lena è la prima taglia 48 che si comporti come se portare la 48 fosse normale. Non: come se lo fosse nella vita. Come se lo fosse nel mondo dello spettacolo, a Los Angeles o a Milano. «Non sono magrissima — ha detto a un conduttore radiofonico — Ma sono magra rispetto alla media di Detroit». La cosciona media della media provincia non si vede granché in tv o al cinema, e a Dunham basta mangiare carboidrati per passare per rivoluzionaria. Senza di lei, i titoli sulla rivincita delle curvy dovrebbero citare a sproposito Scarlett Johansson o Drew Barrymore, che sarebbero le più magre del nostro giro di amiche ma risultano curvy rispetto all’emaciata media di Hollywood.
Hollywood che è piena di uomini con la pancia, dai sex symbol per ragazzine come Leonardo DiCaprio a quelli per donne pensanti come il comico Louis CK. Eredi di una lunga tradizione i cui padri fondatori sono stati Marlon Brando e Jack Nicholson. Dei quali, benché si sborsassero la pancia dai pantaloni, nessuno s’è mai permesso di dire curvy.
Guia Soncini, la Repubblica 30/5/2014