Lavinia Rivara, la Repubblica 30/5/2014, 30 maggio 2014
FICTION TV, STUDIO E RACCONTI ECCO LE FRATTOCCHIE RENZIANE “CI SERVONO DIRIGENTI PREPARATI”
ROMA.
E alla fine neppure Renzi ha resistito al mito delle Frattocchie, la gloriosa scuola politica del Pci che per quasi 50 anni formò generazioni di dirigenti comunisti, da Longo a Pajetta, da Berlinguer a Napolitano. Anche lui, l’alfiere del “partito liquido” («ne voglio uno in cui vinca la leggerezza» dichiarava a Repubblica nel luglio scorso) ora rilancia la formazione politica per tirar su come si deve la nuova classe dirigente democratica. E immagina un grande evento estivo per inaugurarla, forse un seminario sull’Europa a Ventotene all’avvio del semestre italiano di presidenza Ue.
Dopo aver messo in piedi il governo e la segreteria più giovani di sempre, il teorico della rottamazione deve essersi accorto che le facce nuove da sole non bastano e ora vuole «un partito che studia». «Le primarie hanno lanciato persone alla primissima esperienza: un fatto positivo, ma anche un rischio molto forte» ha detto ieri in direzione. E quindi «serve una campagna di formazione politica », che individui un numero fisso di persone da spedire a seminari, stage e workshop. Ma la scuola politica che ha in mente Renzi dovrà essere innovativa. «Si dovranno studiare anche le serie tv». Sì, proprio le fiction americane, magari a partire dalla amatissima House of Cards , che narra i complotti politici dello spregiudicatissimo Frank Underwood, (un mefistofelico Kevin Spacey), tra il Congresso e la Casa Bianca. Del resto l’intrigo politico spopola nelle serie televisive Usa, da West Wing a Scandal, passando per Homeland. Ma forse il premier aveva in mente qualcosa di più di una fiction sul potere quando ha detto che «conoscere il diritto amministrativo è importante, ma bisogna imparare anche un racconto da esprimere all’esterno, per poter tornare all’idealità». Insomma quel che vorrebbe Renzi dai trentenni dem è la capacità di costruire una “narrazione” di ideali e valori capace di coinvolgere cittadini ed elettori attraverso processi di identificazione. È l’arte dello storytelling di cui maestri sono proprio gli americani, come testimonia la campagna elettorale di Obama del 2008.
Al momento però il progetto Nuove Frattocchie è appena abbozzato. In segreteria manca perfino il responsabile della formazione e finora se ne sono occupati di sfuggita i due vice segretari Guerini e Serracchiani. L’idea, raccontano entrambi, è quella di una preparazione articolata per diverse platee. Gli amministratori locali, con moduli divisi per territori per mettere in rete le diverse esperienze di governo. I parlamentari, con workshop legati all’agenda delle Camere. E soprattutto i giovani, iscritti o simpatizzanti. A loro sarebbero destinati seminari residenziali sui grandi temi, dal welfare alle istituzioni, dall’ambiente alla crescita.
Ma non si parte certo dall’anno zero. Sia Veltroni che Bersani avevano messo in piedi una struttura che rispetto alle Frattocchie aveva già innovato parecchio, aprendo le porte ai non iscritti. C’è stata la scuola politica di Cortona che per sette anni ha formato giovani sotto i trent’anni, ospitando relatori prestigiosi come Alain Touraine o Jeremy Rifkin. C’è stata “Formazione sud”, 2000 giovani del mezzogiorno uniti da una piattaforma telematica e laboratori politici in ogni provincia. Responsabile di tutta l’area per anni Anna Maria Parente, ora senatrice, che lancia una proposta al segretario: «Una struttura stabile, come una fondazione a partecipazione diffusa, che utilizzi quella rete di 5.200 ragazzi e quasi 200 docenti che già abbiamo». Una cosa di certo è esclusa, assicura Guerini: l’apertura di una scuola con tanto di sede. «Perché quello sì sarebbe in contrasto con l’idea di partito leggero».
Lavinia Rivara, la Repubblica 30/5/2014