Roberto D’Alimonte, Il Sole 24 Ore 29/5/2014, 29 maggio 2014
CON IL CONSULTELLUM AL PD SOLO 270 SEGGI
Il grande successo di Renzi in queste europee stimola curiosità proibite. Se si andasse a votare per il Parlamento nazionale con l’attuale sistema elettorale, quello che è scaturito dalla sentenza della Consulta, cosa accadrebbe alla Camera? Come è noto, il sistema elettorale in vigore è di tipo proporzionale con varie soglie. Per i partiti singoli, quelli cioè non in coalizione, la soglia di sbarramento è del 4%. Chi sta sotto la soglia non prende neanche un seggio a vantaggio dei partiti sopra la soglia che in questo caso avrebbero una percentuale di seggi superiore alla loro percentuale di voti. Ciò premesso, la risposta alla domanda è nella colonna A della tabella qui sopra: il Pd avrebbe 270 seggi. Non basterebbero i seggi di Ncd per arrivare alla maggioranza assoluta. Ci vorrebbero anche quelli della sinistra radicale. Va da sé che sommare Alfano alla lista Tsipras sarebbe un’operazione molto complicata.
Seconda domanda (B): cosa succederebbe se Pd, M5S, Fi e Lega avessero i voti delle europee e lista Tsipras e Ncd restassero sotto la soglia? Anche in questo caso il Pd non arriverebbe alla maggioranza assoluta di 316 seggi. Ci si avvicinerebbe senza raggiungerla. Dovrebbe fare il governo con uno degli altri partiti in parlamento. Un bel rebus anche in questo scenario.
Terza domanda (C): supponendo che sia Ncd che la lista Tsipras prendano il 4%, che percentuale di voti dovrebbe prendere il Pd per arrivare ai fatidici 316 seggi? Il 46,8%. In questo caso avrebbe 309 seggi cui si aggiungerebbe il seggio della Valle d’Aosta e 6 dei 12 seggi della circoscrizione estero. Ma arrivare al 46,8% non è cosa semplice nemmeno per uno come Renzi. Per esempio, in Europa ci sono riusciti in Italia la Dc nel ’48, in Spagna il Psoe nel 1982, in Germania la Cdu-Csu nel ’57 e poi di nuovo nel ’76 e nell’83. Di questi tempi può succedere di tutto. Anche che Renzi riesca in un’impresa del genere, ma è oggettivamente difficile.
L’ultimo scenario è quello con Ncd e lista Tsipras sotto la soglia del 4% (D). In questo caso basterebbero poco più dei voti che Renzi ha preso alle europee per raggiungere l’obiettivo della maggioranza assoluta, e cioè il 42,6% invece del 40,8%.
Le simulazioni sono esercizi astratti. Il voto per le politiche attiverebbe altre dinamiche e un’offerta politica diversa. Eppure queste simulazioni fanno vedere bene una cosa: con l’attuale sistema elettorale è estremamente difficile che alla Camera si possa produrre una maggioranza direttamente nelle urne, anche con un Pd oltre il 40%. Paradossalmente sarebbe più facile al Senato. Sarebbe esattamente il contrario di quello che è successo alle politiche dello scorso anno con il Porcellum. Allora la maggioranza a favore del centrosinistra di Bersani ci fu alla Camera ma non al Senato. Se invece si votasse con l’Italicum sarebbe tutta un’altra storia. Ma l’ultimo capitolo della storia dell’Italicum è ancora da scrivere.
Roberto D’Alimonte, Il Sole 24 Ore 29/5/2014