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 2014  maggio 29 Giovedì calendario

LA GARA DEI GRATTACIELI «INUTILI»


Si trovano negli Emirati Arabi Uniti i grattacieli più "inutili" al mondo. È quanto emerge da uno studio del Council on tall buildings and urban habitat (Ctbuh), organizzazione con sede a Chicago: i 19 grattacieli più alti del Paese arabo hanno in media il 19% di altezza inutilizzabile, perché costruita solo per rendere gli edifici più alti. Insomma l’altezza non si traduce in superfici affittabili, dove è possibile ospitare uffici o abitazioni.
Il grattacielo più «vanitoso», come lo definisce lo studio, è il Burj Khalifa di Dubai: ben il 29% dei suoi 828 metri è inutilizzabile per un totale di 244 metri costruiti per svettare in cielo che non si traducono, però, in metri quadri occupabili. Al secondo posto, tra gli edifici con più piani "inutili", si posiziona la Zifeng Tower di Nanjing, in Cina, e al terzo posto la Bank of America Tower di New York. Cina e Usa si classificano al secondo e terzo posto anche della graduatoria relativa all’altezza media dei grattacieli nazionali.
In questo caso il Ctbuh ha stilato un rapporto sugli edifici più alti al mondo con il maggior spazio inutilizzato, in rapporto all’area calpestabile. Questo indice di valutazione, definito ironicamente Vanity Height, misura in metri la distanza tra lo spazio occupabile più alto da terra e la punta massima dell’edificio, la cosiddetta cima architettonica. I risultati, di fatto, mettono in luce come un edificio più alto non vuol dire che offra più spazi. Anzi, se eliminassimo la "vanity height" dai più importanti grattacieli al mondo, allora ben 44 (dei 72 oltre i 300 metri di altezza) rischierebbero di perdere il loro primato. Anche in Italia il parametro dell’altezza degli edifici inizia a far discutere: risale a fine 2013, durante l’inaugurazione del grattacielo Unicredit, firmato dallo studio di architettura Cesar Pelli e alto 231 metri, che il presidente della Regione Lombardia Roberto Maroni ha ironizzato con il presidente di UniCredit, sottolineando come secondo lui in realtà sia Palazzo Lombardia il più alto (161 metri). A fare la differenza è la famosa guglia (di 85 metri) che svetta sulla torre UniCredit, che secondo lo studio Ctbuh però sarebbe considerata "pura vanità" visto che non si traduce in spazio occupabile. A mettere d’accordo tutti, il giorno dell’inaugurazione della torre Cesar Pelli a Milano, era stato l’allora premier Enrico Letta: «Spero – disse – che in futuro anche questo grattacielo venga superato da qualcun altro». Non si faranno attendere, infatti, le cime delle nuove costruzioni (i cui cantieri dovrebbero chiudere entro il 2015) della torre Isozaki nel cantiere Citylife a Milano che toccherà i 202 metri di altezza e il Palazzo di Intesa SanPaolo a Torino con i suoi 167 metri).
Nel frattempo, secondo l’indice Vanity Height, tra i primi dieci edifici più alti del mondo, almeno il 27% di ogni struttura è superfluo. Con una vanity height di quasi 124 metri e un’altezza architettonica di 321 metri, il Burj Al Arab di Dubai presenta la differenza più ampia tra altezza occupabile e non occupabile tra gli edifici classificati come "supertalls", alti più di 300 metri, presenta il 39% di spazio non utilizzabile. Ma il grattacielo più "vanitoso", in realtà, non rientra nella top ten dei più alti nel mondo: si tratta dell’Ukraina Hotel di Mosca, con i suoi appena 206 metri di altezza, vince il primato con la percentuale del 42% di spazio inutilizzato. Infine, se da un lato gli Emirati Arabi Uniti portano a casa record in altezza e in vanità, dall’altro la nazione è anche quella che ospita l’edificio più "umile" del mondo, The Index, alto 328 metri, che non presentando guglie ha una vanity height di soli 4 metri.

Michela Finizio, Il Sole 24 Ore 29/5/2014