l.d.c, Il Fatto Quotidiano 29/5/2014, 29 maggio 2014
I 17 ELETTI, DALL’AVVOCATO ALL’ODONTOIATRA
L’unica consolazione per il Grillo pieno di Maalox sono loro. Nove donne e 8 uomini, dall’età media inferiore ai 36 anni. Talvolta già nell’orbita dei Movimento come funzionari o assistenti. I 17 eletti nel Parlamento europeo rappresentano la prima base da cui ripartire, per i Cinque Stelle storditi dallo scivolone elettorale. “Tutti incensurati e sconosciuti alle procure” rivendica il leader sul suo portale. In qualche caso, anche macchine da preferenze. Il primatista per M5S a livello nazionale è Ignazio Corrao, 30 anni, avvocato cresciuto ad Alcamo (Trapani). Capace di raccogliere oltre 71 mila voti nella circoscrizione insulare (Sicilia e Sardegna), quella dove il Movimento è andata decisamente meglio con il 27,3 per cento. Corrao lavora nell’ufficio legislativo di 5 Stelle nell’Assemblea siciliana. Poliglotta (parla inglese, francese, spagnolo e portoghese), si descrive così: “Dormo poco e sono tremendamente idealista, credo fortemente in un’Europa dei popoli. Ci fionderemo contro lo strapotere delle maledette lobby multinazionali che opprimono la dignità dell’uomo”. Dietro di lui, ci sono i quasi 63 mila voti di Giulia Moi, cagliaritana, 43 anni. Biologa, ha un dottorato conseguito al King’s College di Londra. Nel suo curriculum dichiara di “aver scoperto una molecola efficace contro la leucemia e il melanoma”. Ma già durante la campagna gli attivisti di Movimento Europa (residenti all’estero) le hanno mosso critiche. “Della sua dichiarata attività di ricercatrice non ha fornito alcun riscontro, né è possibile trovarne in Internet. Ci potrebbe dire per esempio come si chiama questa molecola ?”. La Moi, a cui hanno contestato anche una precedente candidatura alle Provinciali con una lista civica nel 2010, ha risposto così: “È stato messo in discussione il mio Phd, ma all’interno del mio curriculum è presente il link sulla dissertazione. Inoltre chi è ricercatore sa bene che i progetti di ricerca finanziati da compagnie internazionali possono essere soggetti a restrizioni di pubblicazione dati sul lavoro svolto a causa di strettissimi vincoli contrattuali”.
Risalendo la cartina, si arriva alla circoscrizione Sud, dove il Movimento ha raccolto un buon 24,06 ed eletto cinque parlamentari: Isabella Adinolfi, Daniela Aiuto, Rosa D’Amato, Laura Ferrara e Piernicola Pedicini. A guidare il gruppo meridionale, la salernitana Adinolfi, 36 anni, con oltre 67 mila voti. Laureata in Conservazione dei Beni culturali, vive già a Bruxelles. E così si è offerta di dare una mano ai neo-colleghi, “magari aiutandoli anche a trovare casa”. Il Parlamento Ue è invece un mondo da scoprire per i tre grillini eletti nel Centro, dove l’M5S ha preso il 21,7 per cento, praticamente lo stesso dato di quello nazionale. In Parlamento sbarcano l’umbra Laura Agea, con quasi 40 mila voti, e due romani, Fabio Massimo Castaldo (38 mila voti) e Dario Tamburrano (28.339). La candidatura di Castaldo ha suscitato qualche mal di pancia, per il suo ruolo di assistente parlamentare della senatrice Paola Taverna (i collaboratori in corsa alle Parlamentarie erano un buon numero). Lui, 29 anni, con doppia laurea in giurisprudenza italiana e francese, non se n’è fatto un cruccio. Il 44enne Tamburrano è invece un odontoiatra, esperto di temi ambientali. Sul terrazzo di casa coltiva un piccolo orto, e ha una particolare passione per lo zafferano. Era stato il più votato nelle Europarlamentarie. Le dolenti note per M5S arrivano nelle due circoscrizioni del Nord, ha preso percentuali pressoché identiche (18,4 in quella Ovest e 18,9 in quella orientale), decisamente deludenti. Quattro gli eletti nella Nord Ovest, Tiziana Beghin (22 mila voti), Marco Valli, Eleonora Evi e Marco Zanni. Tre nella circoscrizione est, David Borrelli, Marco Affronte e Giulia Gibertoni. Il numero maggiore di consensi, quasi 26 mila, l’ha raccolto Borrelli, primo consigliere comunale eletto nella storia del Movimento, a Treviso. Sullo sfondo, il tema tipicamente grillino delle restituzioni. Dei 17 eletti, solo 5 prima del voto si sono impegnati a restituire la diaria da parlamentare (Corrao, Tamburrano, Castaldo, Valli e la D’Amato). Non è un obbligo, come specificato dal blog di Grillo lo scorso aprile: “Ogni candidato potrà liberamente decidere se destinare la diaria a un fondo sociale”. Ma più di un attivista si è lamentato.
l.d.c, Il Fatto Quotidiano 29/5/2014