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 2014  maggio 29 Giovedì calendario

PAPPA E CINA

L’Oriente è grasso. Anzi obeso. La Cina, in attesa di superare ufficialmente gli Usa nell’economia, sembra essere vicina a strappare un altro primato a Washington: quello del maggior numero di ciccioni. Un rapporto dell’University of Washington’s institute for health metrics and evaluation (Ihme) ha rivelato che nel mondo ci sono 2,1 miliardi di persone sovrappeso (il 30% della popolazione mondiale), di cui 671 milioni di obesi (nel 1980 erano 857 milioni), la metà dei quali risiede in soli 10 Paesi tra cui Usa, India, Russia, Brasile, Messico, Egitto, Germania , Pakistan, Indonesia. E appunto l’ex Impero Celeste, dove vive il 9% degli extralarge.
Ben 62 milioni di persone obese, infatti, sono cinese. E altre 300 milioni sono quelle in sovrappeso. Certo, al cospetto degli Stati Uniti - 86,9 milioni di obesi (13% della quota totale) - la Cina deve ancora ingrassare, ma anche in questo campo la crescita del Dragone è stata rapidissima.
È soprattutto l’obesità infantile - dovuta alle eccessive attenzioni dei genitori cui sono sottoposti i figli unici del nuovo ceto medio - che preoccupa: «La percentuale di ragazzi obesi è quasi il doppio di quella degli adulti, il 6,9% contro il 3,8%», ha osservato Marie Ng, uno dei medici che ha partecipato allo studio. Tra il 1980 e oggi, la Cina ha avuto il quarto maggior incremento di sovrappeso tra i bambini (dal 5,7 al 18,8%) e il decimo tra gli adulti (dall’11,3 al 27,9%). Tra le cause di questo disastro generazionale, gli esperti indicano le nuove (pessime) abitudini alimentari che si sommano alla limitata attività sportiva.
L’ha riconosciuto perfino l’Esercito popolare di liberazione, istituzione sacra a Pechino, che nel suo giornale ufficiale rimarcava a febbraio che diversi militari non riescono più a entrare nei carri armati. L’occasione fu il controllo fisico a tappeto di circa 20 mila soldati, che portò a evidenziare che il militare cinese medio è due centimetri più alto e cinque centimetri più largo rispetto a 20 anni fa. Buone notizie almeno per l’altezza.
Se è vero che il boom dei ciccioni cinesi è dovuto alla crescita del benessere e alle mutate abitudini alimentari, è pure assodato che ora Pechino deve fronteggiare il problema mentre il suo sistema sanitario non è ancora abbastanza sviluppato.
L’obesità, infatti, porta malattie cardiovascolari, diabete, artrosi e l’aumento di malattie renali croniche. Si stima che nel 2010 sovrappeso e obesità abbiano causato 3,4 milioni di morti a livello globale, la maggior parte dei quali per problemi cardiaci.
«L’obesità è un problema che colpisce persone di ogni età e reddito, in tutto il mondo», ha spiegato il direttore dell’Ihme, Christopher Murray, anche se lo studio pubblicato dalla rivista medica The Lancet rivela che nei Paesi sviluppati, dopo il boom iniziato negli Anni 80 e accelerato tra il 1992 e 2002, dal 2006 sta rallentando.
Eppure si tratta ancora di un incremento.
«Negli ultimi tre decenni, nessuno ha avuto successo nel ridurre i tassi di obesità e ci aspettiamo che il problema crescerà costantemente in parallelo all’aumento del benessere nei Paesi a basso e medio reddito, a meno che non vengano prese misure urgenti per affrontare questa crisi di salute pubblica», ha aggiunto Murray.
Cina a parte, la più alta incidenza di ’ciccioni’ è stata registrata in Medio Oriente e Nord Africa, dove oltre il 58% degli uomini e il 65% delle donne sono in sovrappeso o obesi.
Nei Paesi sviluppati, il problema riguarda il 22% delle ragazze e quasi il 24% dei ragazzi, mentre nel mondo in via di sviluppo, la percentuale complessiva si aggira sul 13%.