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 2014  maggio 24 Sabato calendario

LA PUTTANA ONORATA, MESTIERE IMPOSSIBILE

Una sera a Invasioni Barbariche la brava Daria Bignardi mi chiese cosa avrei voluto essere se non fossi diventata giornalista: la mia risposta spontanea fu «un puttanone». Naturalmente fu un immediato successo, perché si sa, parlare di sesso o anche solo accennarne, in Italia, mette in fibrillazione non solo le gerarchie vaticane, i politici di origine cattofascista, ma anche una gran quantità di nostri buoni maschi che con l’argomento hanno ancora qualche problema. Da quel momento, irragionevolmente, sono stata promossa gran signora di ogni tipo di notizie porche e mi si chiede di filosofeggiare su un argomento che alla mia canuta età risulta esclusivamente teorico.
Ma perché mi sfuggì quella frase? Perché avendo vissuto la mia giovinezza in un periodo in cui le signorine di buona famiglia, consideravano la verginità la più preziosa merce di scambio, mi era rimasta quella curiosità: come ci si sentiva a godersela ogni volta che se ne aveva voglia, e con certi bei giovanotti che del resto neppure si
davano molto da fare per tentare di sedurmi. Poi naturalmente scoppiò il femminismo in mille rivoli, e chi si
impegnò a perdere finalmente quel peso che era diventata la verginità, con chiunque non se la desse a gambe, e chi inventò lo slogan “l’utero è mio e le gestisco io”, e chi obbligò le sue seguaci a mettere uno specchio tra le gambe per scoprire finalmente l’aspetto misterioso del proprio sesso; e chi scelse il lesbismo come sola pratica politica e chi si impegnò con pessimi risultati a salvare le prostitute e chi invece ad esaltarne la professione, esercitandola per solidarietà e sorellanza.
Ci sono uomini che ancora non si sono ripresi dallo spavento, ma per le donne quelli furono anni di massimo divertimento e libertà, con ovvie ricadute in pentimenti, riferimenti più sociali che personali, studi approfonditi, e
un generale pensiero che c’erano poi cose più importanti per liberarci dalle antiche oppressioni di leggi e costumi. Ho pensato a tutto questo un paio di settimane fa, al per me imperdibile Otto e mezzo della bravissima Lilli Gruber, che con estrema ironica grazia aveva invitato alla sua tavola la filosofa Michela Marzano, deputata al nostro parlamento e autrice di testi (e articoli per Repubblica) di grande pacata intelligenza e una giovane giornalista scrittrice, Annalisa Chirico, autrice di un saggio dal titolo furbastro e volgarotto, Siamo tutti puttane, e mi raccomando quel “tutti” che affianca nel puttanesimo donne e uomini. Brava! Però leggermente confusionaria e fuori tempo anche nel sottotitolo del libro “Contro la dittatura del politicamente corretto”.
Giovane, graziosa anche se un po’ cavallina, non è scampata al morbo delle donne della destra che le fa chiacchierare a rotta di collo sopra le parole degli altri, per non ascoltarle e non farle ascoltare. La sua tesi è delle più vecchie e insulse: le donne di sinistra non scopano, quelle di destra non fanno altro. Le signore della destra sono contentissime di farsi pagare per prestazioni cumulative da un vecchio satiro che le vuole
vestite da pompiere o da infermiere. Veramente quel satiro la notte forse avrebbe dovuto dormire, data la tarda età e visto che di giorno doveva governare un paese da lui stesso mandato in rovina. Ma le nostre eroine della puttanità rallegravano le sue notti anche come appoggio politico, per dimostrare di adorare non solo il suo corpo un po’ sfatto ma soprattutto le sue idee di libertà (rivolte solo a se stesso), tutto quel suo circondarsi di amici prosseneti o che poi si sono dimostrati puttani in altro modo, cioè finendo in galera (o riuscendo a sfuggirla) con condanne poco sexy e molto vergognose, tipo collusioni mafiose, frode fiscale, mazzette e altro.
Misteriosamente la simpatica Chirico se la prende con donne di grande valore, che al Paese danno tutta la loro maturità e intelligenza, servendosi più del cervello che di
quell’altra cosa, insultandole come «perbeniste di sinistra». Ma quante stupidaggini, quante tesi polverose (la storia ci insegna che le donne hanno sempre saputo fruttare la loro femminilità con gli uomini di potere) mostra questa giovane pasticciona, e proprio quando neppure le puttane più politicamente forzitaliste riusciranno a salvare il loro idolo dal naufragio, e con lui se stesse.