Mattia Ferraresi, Panorama 29/5/2014, 29 maggio 2014
L’UOMO PIÙ ODIATO DAI TASSISTI DI TUTTO IL MONDO
Per Travis Kalanick, 37 anni, cercare grane con i monopoli, spezzare i cartelli, abbattere la burocrazia, scardinare le logiche corporative e sindacali con il piede di porco del mercato è una vocazione. Il prodotto è tutto sommato secondario
rispetto alla logica dell’innovazione, che deve essere «disruptive», come si dice nel linguaggio della Silicon Valley. E naturalmente profittevole.
Il fondatore e amministratore delegato di Uber, il servizio di auto con conducente gestito grazie a una app che sta facendo disperare i tassisti di mezzo mondo, ha iniziato a scontrarsi con gli ingessati poteri che controllano il mercato quando ha lanciato Scour, un motore di ricerca per scaricare contenuti audio e video attraverso un sistema peer-to-peer simile a quello inventato da Napster. Le case discografiche e di produzione cinematografica non l’hanno presa bene, e hanno denunciato Kalanick chiedendo un risarcimento di 250 miliardi di dollari: la cifra stratosferica dà l’idea di quanto gli interpreti di un modello di business antico temessero gli innovatori che li avrebbero mandati in pensione. Era il 1999, e Kalanick era soltanto uno studente di ingegneria informatica a Ucla, ’università di Los Angeles. Lui, però, si sentiva già un uomo d’affari: «Sono un imprenditore da quando ho 18 anni. Ho fondato una compagnia con un gruppo di amici che ha ricevuto finanziamenti al mio ultimo anno di scuola superiore».
La Scour è stata costretta a entrare nella procedura controllata di fallimento per non essere spolpata dai suoi potenti avversari, ma Kalanick non si è dato per vinto, opzione che non s’addice al suo carattere volitivo, e ha fondato una nuova azienda, Red Swoosh, altra piattaforma per la diffusione di file di varia natura: «L’idea» ha spiegato Kalanick «era trasformare in clienti quelli che ci avevano denunciato. Volevo che loro pagassero me. Era un business basato sulla vendetta».
Nel 2009 ha venduto la compagnia per 19 milioni di dollari. Assieme a un amico ha iniziato a pensare alla prossima sfida, e immediatamente è venuta fuori l’idea di un servizio alternativo di taxi, coinvolgendo sia autisti privati, opportunamente selezionati, sia le aziende, e mettendo insieme gli ingredienti con una piattaforma tecnologica funzionale. Uber è nato così, «per coniugare efficienza ed eleganza», e a San Francisco ha iniziato