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 2014  maggio 29 Giovedì calendario

«LA VOGLIA DI RISCATTO MI HA FATTO TIRARE FUORI LA VOCE E LE EMOZIONI»

[Intervista a Deborah Iurato] –

Insomma Deborah Iurato è la perfetta vincitrice a sorpresa. Erano favoriti i Dear Jack, primi in classifica, telegenici, prima band a sbancare un talent show. Invece la tredicesima edizione di Amici su Canale 5 (con finale botto: 24,62 per cento di share, 5 milioni e 300mila teleamici e 13milioni e 600mila persone che hanno seguito la puntata per almeno un minuto) è andata a lei, 21 anni, occhi neri, percorso molto a ostacoli dentro un programma che non ammette appello perché il pubblico è implacabile: se ti adotta, ti difende senza se e senza ma. Altrimenti ti abbandona. Deborah ha superato queste forche caudine e l’altra sera, quando è stata proclamata vincitrice, nessuno in studio, tra pubblico e giuria e giornalisti, ha mosso una critica: in finale è stata superiore, sia per scelta di repertorio ( da De Gregori a Barbra Streisand) che per controllo della voce e dell’intonazione. È semplice e inesperta, ma ha una dote in più: la duttilità della voce. Con il repertorio giusto, il suo futuro, sarà molto luminoso e tocca a lei giocarselo. Oltretutto, il suo disco è prodotto da Mario Lavezzi (non il primo che passa...) e contiene qualche buona canzone con licenza diclassifica. «Ce l’ho fatta» continuava a ripetere lei mentre negli studi Elios sulla via Tiburtina piovevano coriandoli luccicanti, la De Filippi l’aveva appena abbracciata e il pubblico iniziava ad andarsene: «Non ci posso credere, è come in un film neorealista: si vince a sorpresa». Già.

Tutti pensavano avrebbero vinto i favoriti Dear Jack.

«E io difatti ancora non ci credo: sono al loro posto».

Deborah chi? 

«Deborah di 21 anni che arriva da Ragusa e che ha scelto questo programma perché pensava di potersi arricchire sia professionalmente che umanamente».

Missione compiuta? 

«Maria De Filippi è ormai la mia mamma famosa. Ma la vittoria la dedico alla mamma vera e al papà che, come me, neppure ci credono quando vedono le mie foto con la statuetta della vittoria».

Molti dei telespettatori non conoscono la sua storia.

«Vengo dalla provincia, ho finito le superiori e poi mi sono messa a lavorare in un supermercato».

Cassiera come Giusy Ferreri?

«No, ero in pasticceria o gastronomia o dovunque ci fosse da mangiare...».

Dopotutto molti l’hanno criticata per la sua linea un po’, diciamo, oversize. 
«È cambiata anche quella, forse ridotta». 
Dopo il supermercato? 

«Ho lavorato come orafa e come orologiaia. Mio padre faceva il carrozziere e aveva perso il posto di lavoro e io ho cercato di dare una mano in famiglia». 

È ancora disoccupato? 
«Sì. Ed è stata una motivazione in più per me. Finivo di lavorare alla sera, poi andavo a cantare a un matrimonio, tornavo a casa alle 3 di notte e alle 8 andavo a lavorare». 

Sembra una storia scritta apposta. 

«Venite voi a farla, questa vita. Anzi venga chi non ci crede. Queste sono cose che accadono nella vita reale, non nella finzione. E io, che vengo da un paese piccolo, talvolta anche mentalmente piccolo, lo so bene».

Ha scelto un talent show per fuggire dalla realtà?

«Non ho scelto un talent show. Ho scelto Amici perché ho pensato che fosse l’unica possibilità per crescere sia professionalmente che umanamente». 

Tutti dicono così ma poi provano a fare tutti i casting in circolazione.

«Io ho partecipato solo a quello di Amici».

Risultato? 

«Qui dentro, nella scuola, ho trovato le forze che non credevo di avere. Mi hanno criticato, sono cresciuta. Anche durante le puntate del serale, quando cantavo brani in italiano mi dicevano che ero di ghiaccio. Niente partecipazione. Niente complicità. Erano accuse che mi ferivano, mi facevano star male, di notte non ci dormivo».

Addirittura. 

«Una volta ho portato in una sfida Anche un uomo , un brano di Mina molto complesso, e sono stata ricoperta di critiche. Allora mi sono impegnata e ho lavorato per fare cambiare idea a tutti, al pubblico e ai critici».

E ora? 

«Oraboh! Non so che cosa accada. Il mio disco è prodotto da Mario Lavezzi e mai avrei pensato di arrivare a tanto. Perciò adesso non ho la più pallida idea di che cosa mi aspetti. Andrò in giro, canterò, farò gli in store, mi metterò al servizio di ciò che mi ha portato fino a qui».

Cioè? 

«La voglia di riscattarmi attraverso la musica».