Aldo Grasso, Corriere della Sera 29/5/2014, 29 maggio 2014
ALGORITMO DELLE BUGIE E IRONIE SUI SONDAGGI
Tempi grami per i sondaggisti. Accusati di aver sbagliato le previsioni elettorali sono stati ripetutamente relegati al ruolo di aruspici, di indovini, di vacinatori. Al mattino si svegliano, vedono il volo degli uccelli e prevedono il crollo di Scelta civica, oppure scrutano le viscere degli animali e stilano le loro tabelle. Un po’ come è successo, di recente, ai meteorologi: hanno sbagliato alcune previsioni del tempo e sono stati ba- stonati, quasi divinassero il tempo come antichi mitografi.
Figuriamoci se Maurizio Crozza si lasciava scappare l’occasione! Nel breve teatrino che precede «Ballarò», ha amabilmente canzonato Nando Pagnoncelli: «Se Pagnoncelli fosse vissuto ai tempi di Noè avrebbe previsto sole per tre mesi». Così, entrambe le categorie, sono servite! (Raitre, martedì, ore 21,10).
Fossi un sondaggista, nella stanza delle elaborazioni farei incidere a caratteri cubitali una frase di Nietzsche: «Nessuno mente tanto quanto l’indignato». Siccome alla vigilia delle elezioni tutti si mostrano indignati è molto probabile che molti mentano. Non solo. Sono diventato grande senza mai conoscere, di persona, uno che mi dicesse: «Ho votato Democrazia cristiana». Eppure la Dc ha regnato per quasi 50 anni. Il grande storico Edgar Quinet, autore del fondamentale «Le rivoluzioni d’Italia» (scritto tra il 1848 e il 1852), sosteneva che il nostro è «un popolo allevato nell’arte di negoziare, mentire, ingannare e vendere l’indipendenza per comprare la quiete della servitù, e finisce per odiare tutti coloro che cercarono della servitù, e finisce per odiare tutti coloro che cercarono di risvegliarlo dal suo letargo». Esagerava? Non siamo più così? Non so se nell’elaborare le statistiche, nel ponderare le risposte, nella scelta della campionatura esista l’algoritmo del mentitore; temo sia necessario. Quanti ex berlusconiani, per esempio, hanno confessato di votare Renzi?