Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2014  maggio 29 Giovedì calendario

DETENUTI AL LAVORO. CUSTODI DEI PARCHI NAZIONALI

Hanno danneggiato la comunità, “sporcando” la società, ora tu­teleranno e puliranno la natu­ra, contribuendo allo sviluppo sociale durevole e sostenibile. Detenuti al la­voro nei parchi nazionali. Non si tratta di lavori forzati in stile film americano, ma di un italianissimo progetto di inte­grazione e reinserimento sociale che vuole unire i due scopi delle aree pro­tette, la conservazione della natura e lo sviluppo di attività sostenibili dal pun­to di vista ambientale e sociale. Un pro­getto che nasce dalla collaborazione tra i ministeri dell’Ambiente e della Giu­stizia e che ieri è decollato con la firma di un protocollo d’intesa tra i due mi­nistri Gian Luca Galletti e Andrea Or­lando. Un progetto importante per ora della durata di tre anni. Non è possibi­le, al momento, fare una stima di quan­ti detenuti potranno accedere a questi progetti che saranno definiti con ac­cordi operativi fra i singoli parchi na­zionali e il Dipartimento dell’ammini­strazione penitenziaria, ma queste at­tività riguarderanno sia detenuti reclu­si nelle carceri sia soggetti a pene alter­native anche col fine di diminuire il ri­schio di recidiva. Insomma natura co­me cura del delinquere. Primo parco pronto a partire quelli ligure delle Cin­que terre, un mix di natura, attività a­gricole, storia e innovazione. Come pre­vede la normativa penitenziaria i dete­nuti presteranno la propria attività a ti­tolo volontario e gratuito ma, spiega il ministro Orlando, «potranno acquisire nuove professionalità nei green job, che li aiuteranno nel reinserimento fuori dal carcere». «Dato come acquisito il va­lore della tutela – spiega il ministro Gal­letti – oggi compiamo un passo in più mettendo l’ambiente a disposizione dello sviluppo economico, dell’occu­pazione e dell’inclusione sociale. Que­sto è solo l’inizio – annuncia il respon­sabile dell’Ambiente – di un lavoro pro­ficuo che possiamo portare avanti an­che in altri settori. Ambiente e Giusti­zia sono una coppia vincente». Inoltre, e non un particolare secondario, i de­tenuti aiuteranno i parchi in cronica ca­renza di personale. E non ci si ferma qui. «Pensiamo in futuro – annuncia il ministro Orlando, responsabile del­l’Ambiente nel governo Letta – di oc­cupare i detenuti anche nella manu­tenzione e difesa del suolo. I lavori di pubblica utilità vanno nella direzione che vorrei si prendesse non solo per le emergenze ma in chiave strutturale. I­niziative come queste possono essere un esempio».