Antonio Maria Mira, Avvenire 29/5/2014, 29 maggio 2014
DETENUTI AL LAVORO. CUSTODI DEI PARCHI NAZIONALI
Hanno danneggiato la comunità, “sporcando” la società, ora tuteleranno e puliranno la natura, contribuendo allo sviluppo sociale durevole e sostenibile. Detenuti al lavoro nei parchi nazionali. Non si tratta di lavori forzati in stile film americano, ma di un italianissimo progetto di integrazione e reinserimento sociale che vuole unire i due scopi delle aree protette, la conservazione della natura e lo sviluppo di attività sostenibili dal punto di vista ambientale e sociale. Un progetto che nasce dalla collaborazione tra i ministeri dell’Ambiente e della Giustizia e che ieri è decollato con la firma di un protocollo d’intesa tra i due ministri Gian Luca Galletti e Andrea Orlando. Un progetto importante per ora della durata di tre anni. Non è possibile, al momento, fare una stima di quanti detenuti potranno accedere a questi progetti che saranno definiti con accordi operativi fra i singoli parchi nazionali e il Dipartimento dell’amministrazione penitenziaria, ma queste attività riguarderanno sia detenuti reclusi nelle carceri sia soggetti a pene alternative anche col fine di diminuire il rischio di recidiva. Insomma natura come cura del delinquere. Primo parco pronto a partire quelli ligure delle Cinque terre, un mix di natura, attività agricole, storia e innovazione. Come prevede la normativa penitenziaria i detenuti presteranno la propria attività a titolo volontario e gratuito ma, spiega il ministro Orlando, «potranno acquisire nuove professionalità nei green job, che li aiuteranno nel reinserimento fuori dal carcere». «Dato come acquisito il valore della tutela – spiega il ministro Galletti – oggi compiamo un passo in più mettendo l’ambiente a disposizione dello sviluppo economico, dell’occupazione e dell’inclusione sociale. Questo è solo l’inizio – annuncia il responsabile dell’Ambiente – di un lavoro proficuo che possiamo portare avanti anche in altri settori. Ambiente e Giustizia sono una coppia vincente». Inoltre, e non un particolare secondario, i detenuti aiuteranno i parchi in cronica carenza di personale. E non ci si ferma qui. «Pensiamo in futuro – annuncia il ministro Orlando, responsabile dell’Ambiente nel governo Letta – di occupare i detenuti anche nella manutenzione e difesa del suolo. I lavori di pubblica utilità vanno nella direzione che vorrei si prendesse non solo per le emergenze ma in chiave strutturale. Iniziative come queste possono essere un esempio».