gra. lon., La Stampa 28/5/2014, 28 maggio 2014
IL GRAND COMMIS “VERDE” E L’ASSESSORE AMORE E AFFARI FRA COSENZA E PECHINO
Alleati in amore - in barba ai 21 anni di differenza - e nei presunti affari illeciti, Corrado Clini e la compagna Martina Hauser debuttano come coppia diabolica già nell’inchiesta di Ferrara. A pagina 43 dell’ordinanza del gip Piera Tassoni si legge infatti che «nell’interrogatorio del 12 ottobre 2013 Corrado Clini è stato interrogato per l’ipotesi di corruzione commessa in concorso con Prtener e Gonella per la vicenda dei conferimenti di incarichi professionali a vantaggio della convivente Martina Hauser».
Al colpo di fulmine sentimentale è seguito un crescendo di intese anche sul piano professionale. Nel 2004 l’ex ministro, all’epoca direttore generale del dicastero, sostiene la «Task Force» europea con sede a Belgrado - che comprende anche progetti in quel Montenegro oggi sotto la lente d’ingrandimento della Procura e della Guardia di Finanza di Roma - e incarica come responsabile della struttura la fidanzata Martina Hauser. La quale aveva maturato esperienze e conoscenze in Montenegro essendo stata sposata in passato con il ministro dell’Interno Andjia Jovicevic.
Triestina e residente a Roma, Martina viene poi nominata assessore allo Sviluppo sostenibile a Cosenza. Dove il sindaco Mario Occhiuto - fratello del deputato Udc Roberto grande amico di Clini - svolge la professione di architetto. Attività che lo ha portato a lavorare in Cina, nel distretto di Pechino, all’interno del «Programma di cooperazione ambientale italo-cinese» attivato tra il nostro Paese e la Cina «sotto la guida della Direzione generale per la Ricerca ambientale e lo Sviluppo, Direttore Corrado Clini».
Proprio quella Cina, dove Clini si sarebbe garantito cospicue e tangenti secondo gli inquirenti romani. Va precisato, però, che Occhiuto non è iscritto nel registro degli indagati.
Quando Clini, nominato dall’ex premier Monti, diventò ministro (dal novembre 2011 all’aprile 2013) si recò spesso a Cosenza dove la Hauser era da poco diventata assessore e presentò vari progetti. Un po’ di sorpresa - e di ilarità - suscitò la partecipazione dell’allora ministro all’inaugurazione del canile comunale.
E se sugli inciuci con la Cina e Montenegro gli investigatori della capitale devono ancora fare luce, più chiaro è il quadro sugli affari iracheni. Sempre nell’ordinanza del gip di Ferrara Tassoni si legge che i soldi depositati in Svizzera «alla fine sarebbero rientrati in Italia grazie a intermediari finanziari dediti al trasporto di valuta contante».
Dei 54 milioni del progetto New Eden, partito nel 2003 e prorogato nel 2008, 3 milioni e 174mila euro finiscono dunque in Svizzera anziché in Iraq. Il conto «Pesce» di Clini, precisa il gip Piera Tassoni, «fu aperto il 13 giugno 2005. I soldi sui 3 rapporti bancari presso la Usb Lugano Bank arrivano dai bonifici con cui Nature Iraq/Free Iraq foundation (le società che avevano firmato l’accordo per il progetto) pagavano le fatture emesse da Gbc (una società di servizi di Amsterdam che dalle indagini risulta non aver svolto attività in Iraq) nei loro confronti.
Sono otto i bonifici girati a Clini: secondo l’accusa sono «sorretti da un castello di fatture false» prodotte dalle cosiddette «società cartiere» che hanno trattenuto per sé 300 mila euro. E ancora: un ingegnere ferrarese oramai deceduto aveva invece intascato 100 mila euro. «Nella rogatoria - si legge sempre nell’ordinanza - si dà conto del fatto che detta Free Lance ltd è riferibile a soggetti intermediari finanziari dediti al trasporto di valuta contante (trasporto transfrontaliero)».
gra. lon., La Stampa 28/5/2014