Giorgio Ponziano, ItaliaOggi 28/5/2014, 28 maggio 2014
GIOVANARDI AFFONDA FORZA ITALIA
Tra i tanti che si leccano le ferite elettorali c’è n’è uno che esce dalle urne con le ossa frantumate e gli sarà difficile rimarginare le ferite. È Carlo Giovanardi, modenese, parlamentare da 22 anni: un record. È entrato alla Camera con la tessera Dc, dopo essere stato leader della destra democristiana in Emilia-Romagna e consigliere regionale. Quando la Balena bianca s’è spiaggiata ha fondato il Centro cristiano democratico e ha avuto un lungo flirt (politico) con Pierferdinando Casini, diventando ministro per i Rapporti col parlamento nel secondo e terzo governo Berlusconi. Allorchè Casini ha rotto con l’ex-Cavaliere lui è rimasto al governo ed è entrato nel Pdl. In questa lista è stato eletto, nel 2013, al Senato ma quando Berlusconi ha deciso il revival di Forza Italia lui se n’è andato con Angelino Alfano ed è diventato l’uomo di punta del Ncd in Emilia.
Insomma una vita politica spericolata ma ancorata a seggi e incarichi. Fino alla sua ultima decisione, che gli ha procurato la prima, sonora sconfitta: si è candidato a sindaco di Modena. Risultato: è arrivato ultimo, raccogliendo appena il 4 % dei voti e ha fatto perdere il ballottaggio a Forza Italia, che proprio a causa di quei pochi, ma preziosi, punti percentuali è stata superata dal M5s. Così nel panorama post-elettorale non fausto per il centrodestra anche in una delle poche città in cui il Pd non è riuscito a raggiungere il traguardo al primo turno Forza Italia non potrà giocare la propria partita. Per colpa di Giovanardi, contro cui si stanno levando non pochi crucifige.
Dice Giuseppe Pellacani, il candidato-sindaco di Forza Italia, che s’è visto sbarrata la strada del ballottaggio: «Per il fatto che non sia il centrodestra a sfidare il candidato sindaco del Pd a Modena dobbiamo ringraziare solo Giovanardi. I numeri parlano chiaro: il nostro 12,5 sommato al 4 di Giovanardi fa 16,5 e cioè quella percentuale che avrebbe permesso a noi di essere il secondo partito, visto che il M5s si è fermato al 16,3. Sono certo che gli elettori di centrodestra non dimenticheranno il modo in cui il loro voto è andato sprecato». Arrabbiato? «Tantissimo», risponde Pellacani. «Grazie a Giovanardi ci sono i grillini e non noi al ballottaggio. Erano alla nostra portata i supplementari e invece un autogoal ci ha buttati fuori. Dopo 70 anni potevamo tentare di togliere la città alla sinistra e il risultato era alla nostra portata se pensiamo che il candidato-sindaco Pd ha preso il 10% in meno dei voti della lista Pd per le europee, indice di una stanchezza della gente per le giunte pidiessine. Invece niente, un’occasione storica sprecata».
C’è aria davvero pesante nel centrodestra contro Giovanardi e c’è chi mostra le foto dei grillini che festeggiano per l’insperato ballottaggio. Rincara la dose Andrea Galli, capolista di Forza Italia ed ex-candidato sindaco (fece un passo indietro proprio per favorire quell’accordo tra Forza Italia e Giovanardi che poi non c’è stato): «Questo risultato ha un nome e un cognome: Carlo Giovanardi. Ha fatto male a noi e anche a lui. Sta al di sotto delle percentuali del suo partito a livello nazionale proprio nella sua città. Davvero una figuraccia». Da parte sua, Giovanardi non parla. Non twitta nemmeno perché si vanta di non conoscere Twitter.
Tra l’altro è stato oggetto di una sorta di clonaggio, ovvero sul social network è comparsa una pagina a suo nome, con tanto di foto, ma dichiaratamente satirica (tra i falsi post: «i sellini delle biciclette costituiscono violazione del voto di castità», «Casaleggio porta i capelli troppo lunghi per non essere un fumatore abituale di marijuana», «Non fare il finocchio, vota Giovanardi sindaco»). Con in più la foto, questa è vera, del tonfo del parlamentare nella pista di un circo. Infatti tra le iniziative elettorali egli aveva anche organizzato una serata al circo per le famiglie. A un certo punto il clown gli è saltato in braccio ma i due sono rovinosamente caduti a terra. «È stata una premonizione di quanto poi è successo nell’urna, altro che caduta, uno sfracello», commenta Pierluigi Chiozzi, altro esponente del centrodestra locale.
E dire che Giovanardi aveva fatto le cose elettorali in grande. Era venuto anche l’ex-ministro Maurizio Sacconi a sostenerlo, tra strette di mano e comizi. Lui era sicuro di avere appeal. E comunque, alla fine, era diventato un «fatto personale». Pensava che dopo l’annuncio di candidarsi i forzisti si sarebbero arresi, confluendo sul suo nome. Disse: «Berlusconi mi ha telefonato per complimentarsi per la mia scelta». Una telefonata smentita dai forzisti. E lui: «A Roma non si pongono neppure il problema su quale sia a Modena la candidatura del centrodestra. Vogliamo scherzare? Con l’amicizia personale che mi lega a Berlusconi_.». Così Giovanardi è rimasto col cerino in mano e in campagna elettorale sono state scintille tra Forza Italia e Ncd, fino alla debacle. «È indubbio - aggiunge Pellacani - che a danneggiare gravemente il centrodestra sono state le divisioni e certi personalismi, che gli elettori non hanno capito».
Luigia Santoro, a capo del team che ha organizzato la campagna elettorale di Giovanardi, non dà segni di rammarico: «È un buon risultato visto la tsunami elettorale a livello nazionale. Non c’è alcun motivo di fare autocritica». Ma Giovanardi era finito nell’occhio del ciclone in piena campagna elettorale per avere simpatizzato con gli agenti che applaudirono al convegno Sap i loro colleghi condannati per la morte del giovane Federico Aldrovandi: «Quegli agenti non sono né assassini, né delinquenti», disse. «Non ci si deve meravigliare che i poliziotti oggi siano esasperati. Aldrovandi è morto d’infarto, è come un incidente stradale».
Abituato alle polemiche, se l’era presa, a pochi giorni dal voto, anche col sindaco grillino di Parma, Federico Pizzarotti per una festa antiproibizionista patrocinata dal Comune e sponsorizzata dalla Dinafem, azienda che vende semi di canapa, Ma tra provocazioni, bisticci nel centrodestra, sgambetti saranno proprio i grillini a presentarsi al ballottaggio per il sindaco di Modena.
Giorgio Ponziano, ItaliaOggi 28/5/2014