Francesco Colamartino, MilanoFinanza 28/5/2014, 28 maggio 2014
BARILLA AUMENTA I RICAVI (+2,5%) E GUARDA A LONDRA
Barilla ha chiuso il 2013 con un fatturato di 3,5 miliardi. La crescita operativa è del 2,5%, ma il calo si attesta all’11,5% se si tiene conto del consolidamento, fino a maggio 2013, della tedesca Lieken, venduta da Barilla alla ceca Agrofert dopo la cessione della società di logistica Number1.
L’utile è risultato in rialzo dai 60,2 milioni del 2012 ai 109 milioni dello scorso anno e l’ebitda è calato dai 433 milioni del 2012 ai 425 milioni del 2013, ma il margine sul fatturato è aumentato dal 10,8% al 12%. In forte contrazione è risultato l’indebitamento, passato dai 688 milioni del 2011 ai 574 milioni del 2012, per arrivare ai 347 milioni dello scorso anno. La società ha inoltre confermato l’obiettivo del raddoppio del fatturato nel 2020, portandolo a circa 6 miliardi. I volumi di pasta venduti nel 2013 sono tornati a crescere del 4%, ma l’azienda si è rafforzata anche nel settore dei sughi e dei prodotti da forno. Sul fronte estero, Barilla ha sviluppato produzioni di pasta per Paesi considerati strategici, quali Russia (+87% le vendite nel 2014), Cina, Polonia e Brasile, il cui mercato nel 2014 è cresciuto del 94%. Ma il gruppo punta anche a tornare sul mercato inglese con un «posizionamento medio alto». Sempre sul fronte dell’espansione all’estero, la società guidata da Guido Barilla è pronta a spingere su America Latina e Asia, dove è prossimo il lancio di prodotti ad hoc, come la pasta per il wok cinese. L’ad del gruppo, Claudio Colzani, non esclude acquisizioni in questi Paesi. In Italia (45% del mercato) i volumi sono cresciuti dell’1% anno su anno e, nonostante la gelata dei consumi, Barilla ha continuato a investire. Dopo l’apertura dello stabilimento sughi nel 2012, l’azienda ha infatti inaugurato un magazzino automatizzato nel 2013 e ha da poco iniziato a costruire silos di stoccaggio per il grano con una connessione ferroviaria, dimezzando il trasporto via gomma del prodotto in arrivo a Parma, dove si trova il più grande stabilimento di pasta al mondo. Un investimento da 13 milioni che permetterà di togliere dalle strade 3.500 tir che ogni anno trasportano grano. Il 2013 è stato anche contrassegnato da un risparmio del 27% di emissioni di Co2 nelle fabbriche del gruppo rispetto ai dati del quinquennio precedente e del 25% sul consumo totale d’acqua degli stabilimenti. Il traguardo è ridurre del 30% nel 2020 sia le emissioni di Co2 sia il consumo di acqua per ogni tonnellata di prodotto finito. Novità anche sulla linea di prodotti: nel 2014, Barilla rilancerà il marchio Voiello, presenterà la pasta senza glutine e un nuovo tipo di focacce. Le previsioni per l’intero anno sono di una crescita sia sul fatturato che sui volumi del 3%.
Francesco Colamartino, MilanoFinanza 28/5/2014