Marco Zatterin, La Stampa 27/5/2014, 27 maggio 2014
IL GRILLINO SBARCA A BRUXELLES. ECCO COME TAGLIARSI L’INDENNITÀ
Per l’autoriduzione non ci sono ostacoli. A Strasburgo lo stipendio da parlamentare si deve incassare sino all’ultimo cent, ma poi i singoli deputati possono impiegarlo come par loro. A due condizioni: la scelta deve essere palesemente volontaria e il passaggio del denaro del tutto trasparente. I contabili più esperti dell’assemblea comunitaria ricordano una disputa legale di qualche legislatura fa col gruppo verde che imponeva a tutti - funzionari compresi - di versare parte del salario al partito. Intervenne la Corte dei Conti che impose lo stop, più che altro per difendere i neoassunti. Tutto qui. Molti giocatori continuano a girare una fetta di ingaggio alla squadra. Anche i grillini potranno farlo. In Europa come in Italia.
Questo risolve uno dei due europroblemi pratici degli esordienti di casa M5S. L’altro, quello del dove sedersi, e con chi, nell’emiciclo a dodici stelle, è più complesso. Beppe Grillo si è tenuto alla larga da ogni discorso sulle alleanze, salvo quando si è trattato di prendere le distanze da Marine Le Pen. Se resteranno soli, però, i suoi sono destinati a cinque anni di sterile opposizione a una maggioranza ancora sostanziosa. A meno di mettere su un gruppo di genti sintoniche, magari con gli indipendentisti britannici Ukip. Il leader Farage ha fatto sapere di voler vedere il comico genovese. E’ un uomo pratico. Non solo vuole contare. Ma pur chiedendo l’annientamento dell’Ue, finché c’è, non intende rinunciare a un solo euro di stipendio.
I grillini ritengono di fare altrimenti. Come? La cifra base da amputare è l’indennità mensile pagata dal bilancio del parlamento, 8.020,53 euro che, tolte le tasse, scendono a 6.250 da redistribuire «volontariamente», senza diktat scritti. Seguono le indennità, per cominciare l’assegno mensile di 4299 euro per le spese in patria, l’ufficio, il telefono, i computer. Una fonte europea spiega che le spese non richiedono giustificativo e che, pertanto, ognuno può comportarsi come crede, «anche se tutti hanno in genere bisogno di un appoggio nel collegio».
Margini nulli sui 21 mila euro per i collaboratori: li sceglie il deputato, ma sono pagati direttamente dall’istituzione. Neanche sui rimborsi per spese di viaggio verso Bruxelles e Strasburgo c’è trippa per grillini: il regolamento copre il costo effettivo dei biglietti di viaggio acquistati su presentazione delle ricevute. A piè di lista anche il contributo di 4.243 euro per le missioni di lavoro. Resta l’indennità forfettaria di 304 euro per ogni giorno di presenza dei deputati in veste ufficiale, a condizione che abbiano firmato un registro per attestare la loro presenza. Questa è la seconda voce che il grillino potrà autoridurre, girandola dove vuole dopo averla incassata.
Con metà stipendio in tasca, e indennità a pieno regime, i Cinque Stelle dovranno cercare alleati. Si può fare? Possibile. Per formare un gruppo occorrono 25 deputati di sette Paesi. M5S e Ukip insieme ne avranno una quarantina, buona base di partenza.
Con altre cinque nazionalità il gioco sarebbe fatto. Permetterebbe di vincere una vicepresidenza, il vertice di qualche commissione, più tempo di parola. Grillo, che giura di volere l’Europa ma diversa, si intenderà con chi la vuole annientare? Può darsi che la necessità faccia passar sopra alla virtù. L’alternativa è restare nell’angolo ed essere dimenticati. In Europa come in Italia.
Marco Zatterin, La Stampa 27/5/2014