Carlo Cambi, Libero 28/5/2014, 28 maggio 2014
LA TAVOLA DEGLI ORRORI
Ieri era giorno di paga e un po’ d’italiani si sono trovati in busta il cadeau di Matteo Renzi: 80 euro che sono serviti a vincere le elezioni a far dire all’Istat che l’indice di fiducia è in sorprendente risalita. Sarà, ma non ci credono i consumatori che ricordano come il potere d’acquisto è crollato (meno 18,3 % in tre anni) e come gli italiani stiano da quaranta mesi a dieta forzata.
I consumi alimentari anche quest’anno sono in calo del 2 % con punte drammatiche per pasta (4,7%) pesce (-5) frutta e verdura (-4,2) e latte (-3,2). Le famiglie sono sempre sottoposte al ricatto di chi spaccia per italiano ciò che italiano non è.
IL FALSO MADE IN ITALY
Così la Coldiretti da sempre impegnata nella difesa del vero made in Italy se Matteo Renzi vuol contare davvero in Europa faccia passare la legge sull’etichettatura d’origine obbligatoria, chieda più tutela sui nostri prodotti e dica alla Merkel di piantarsela di triangolare robaccia che fa passare per comunitaria dopo averci spiegato che il falso made in Italy vale 60 miliardi, che perciò sono in ballo 300 mila posti di lavoro e che l’industria alimentare italiana per il crollo dei consumi interni ha perso il 4,1% di fatturato (più o meno 6 miliardi di euro) stamani a Napoli, patria della dieta mediterranea che gli italiani non possono più permettersi, schiera diecimila agricoltori per raccontare come la crisi ha contaminato i prodotti italiani.
Il presidente di Coldiretti Roberto Moncalvo al Palapartenope presenterà il dossier 2014 sulla “Crisi nel piatto degli italiani” con il supporto della società Ixè di Roberto Weber e aprirà una “mostralaboratorio” per conoscere come sono cambiati i prodotti alimentari più rappresentativi della dieta italiana nel tempo della crisi, con storiche innovazioni e pericolose furbizie. Ci sarà anche la prima esposizione sulla “Classifica dei cibi più contaminati” da residui chimici irregolari. Per scoprire una cosa che tutti già sanno: il cavallo Italia non solo non beve, ma se mangia mangia male.
ERRORI E ORRORI
Una prova? Sarà proprio la galleria degli errori e degli orrori alimentari allestita da Coldiretti con cui i furbetti dello
spuntino sono altri paesi europei, la Cina, il Canada, gli Stati Uniti puntando sul basso prezzo hanno invaso il mercato nazionale a tutto danno dell’agricoltura.
Per saperlo basta considerare che il 65% dei prosciutti arriva dall’estero e soprattutto dalla Germania dove vengono lavorati da manodopera rumena pagata 3 euro l’ora, che l’olio extravergine e in gran parte spagnolo e spesso miscelato con oli che arrivano dal Nord Africa, dalla Turchia che sono lampanti e poi vengono rettificati, che il latte con cui si fa il 60% dei formaggi è tedesco o polacco, che le passate di pomodoro sono in gran parte cinesi, così come il grano se va bene è canadese se no afgano. Questa contaminazione produce fenomeni di distruzione di massa della nostra agricoltura, dell’industria alimentare, della nostra cultura gastronomica e attenta anche alla nostra salute.
SPAGHETTI AGLIO&OLIO
Qualche esempio: Spaghetti aglio, olio e peperoncino con farina afgana, olio (forse) spagnolo, peperoncino e l’aglio cinesi. La pizza: pomodoro cinese, farina turca, la mozzarella tedesco-polacca, alice africana, cappero marocchino.
E si può andare avanti all’infinito pensando ad un panino col prosciutto tedesco, con la bresaola brasiliana, con la mortadella sudafricana, ad una lasagna cinese, a un bollito argentino a una torta di mele estoni con miele cinese. E se questo accade nel mercato interno figurarsi cosa capita in quello globale. Dove hanno debuttato dopo i kit per farsi il vino Chianti rigorosamente bianco, anche per il Parmigiano Reggiano e la mozzarella di bufala fai da te, dove si trova un improbabile ragù bolognese di fabbricazione cinese, dove perfino il Pandoro diventa argentino da accompagnare a un Prisec tedesco, o il pecorino è rumeno e via imitando. Per sapere cosa significa tutto questo c’è la mobilitazione di Coldiretti.
Diecimila contadini arrabbiati, ma anche alleati della nostra salute, di quella dei consumatori italiani che la crisi ha costretto a mangiare falsamente italiano. Ma ora con gli ottanta euro le cose cambieranno. O no?