Carla Massi, Il Messaggero 28/5/2014, 28 maggio 2014
FILM & FUMO TROPPE BIONDE – IL CASO Due medici, oltre un centinaio di film, una frase di Andy Warhol e la lotta contro le sigarette
FILM & FUMO TROPPE BIONDE – IL CASO Due medici, oltre un centinaio di film, una frase di Andy Warhol e la lotta contro le sigarette. Misceliamo tutto e ne esce fuori un libro. Un piccolo grande manuale firmato dagli oncologi Edoardo Altomare e Domenico Galetta grandi cinefili: “Cenere di Stelle - Cinema, fumo e adolescenti” (sostenuto da Associazione Walce onlus, Carthusia edizioni). Pazienti e pignoli come certosini si sono messi a rivedere film del passato e film molto recenti per analizzare il rapporto tra pellicola e sigarette. Dopo un lungo periodo in cui gli attori non accendevano (quasi) più le bionde siamo tornati, dicono gli specialisti, a riproporre il cinema come buon veicolo pubblicitario per il tabacco. Una frase di Warhol apre il lavoro e ha fatto da faro ai due oncologi nella ricerca: «Fin da quando sono stati inventati, i film hanno guidato lo svolgersi delle cose in America. Essi mostrano cosa fare, come farlo, quando farlo, cosa provare quando lo si fa e come porsi verso ciò che si prova». LE STAR Ieri erano Humphrey Bogart e Lauren Bacall in “Casablanca” a soffiarsi e scambiarsi il fumo della sigaretta oggi abbiamo Ryan Gosling e Scarlett Johansson in “Cinquanta sfumature di grigio”. Una foto dopo l’altra, da quelle in bianco e nero di “Perdutamente tua” del ’42 in cui Bette Davis non faceva altro che farsi seduttivamente accendere una sigaretta, al ”Grande Gatsby” versione 2013, da “Quasi amici” del 2011 a “La grande bellezza” Oscar di poche settimane fa. «Si continuano a vedere scene di fumo nella maggior parte dei film realizzati negli ultimi anni - spiegano i due medici - dalle grandi produzioni di Hollywood alle pellicole girate in Francia, Gran Bretagna e Italia. E così, tra il pubblico, in particolare quello più vulnerabile degli adolescenti corre il rischio di passare un messaggio non corretto. Cioè che la sigaretta favorisca relazioni sociali e regali senso di benessere». Un messaggio (il libro si può avere attraverso il sito www.womenagainstlungcancer.eu) per i circa 11 milioni di fumatori italiani, quasi 5 milioni donne. Che vedono crescere la dipendenza soprattutto tra i giovanissimi. L’INIZIATIVA Potrebbe essere presa al volo, sabato prossimo 31 maggio, l’occasione per smettere: sarà la Giornata mondiale senza tabacco. L’Oms, dal momento che è la prima causa di morte evitabile, propone di aumentare le tasse sul tabacco per disincentivare il vizio. Si stima che se tutti i Paesi alzassero le tasse del 50% a pacchetto vedrebbero entrare nelle casse un plus di 101 miliardi di dollari. Chi vuole davvero divorziare dalla sigaretta può avere aiuto gratuitamente: all’Istituto superiore di sanità è attivo un telefono verde (800 554088), la Lilt (www.lilt.it) organizza corsi con sostegno psicologico. Sabato 31 a Roma, l’Agenzia nazionale per la prevenzione ed AgEtica, con le associazioni dei pazienti (Bpco e Federasma), hanno organizzato a Piazza San Silvestro una “Festa del respiro” dedicata alle donne. Obiettivo è lanciare una campagna di informazione, “Polmone Rosa”, dalle 10 alle 18. I medici del Gemelli effettueranno gratuitamente una spirometria, e quelli del Centro antifumo del San Filippo Neri daranno consigli per spegnere l’ultima sigaretta. Come pensò Zeno: «Giacché mi fa male non fumerò mai più, ma prima voglio farlo per l’ultima volta...».