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 2014  maggio 28 Mercoledì calendario

ALL’ASTA IL LETTO SCANDALOSO DI TRACEY EMIN

Lenzuola sfatte striate di urina, bottiglie di vodka vuote, preservativi usati, cicche spente, avanzi di cibo, mutandine sporche. Si presentava così il letto di Tracey Emin, quando fu esposto al pubblico per la prima volta nel 1999 come finalista del Turner Prize, e da allora nulla è cambiato in quella testimonianza di un momento difficile nella vita dell’artista londinese, in preda a depressione, alcolismo, sesso libero e autodistruzione. Non doveva avere tolto o aggiunto molto al giaciglio che aveva all’epoca in una council house, gli alloggi popolari che lo Stato assegna ai poveri, ma come che sia trasformò un pezzo di mobilia vissuto e strapazzato in un’icona dell’arte concettuale: My bed fu acquistato l’anno seguente dal grande collezionista Charles Saatchi, che lo mise nella sua omonima galleria di Londra. Ma adesso ha deciso di venderlo e questo letto d’artista, che qualcuno ha paragonato all’orinatoio di Duchamp per la sua crudezza e allo squalo in formaldeide di Damien Hirst come provocazione, verrà messo all’asta a fine estate da Christie’s a un prezzo di partenza di un milione di sterline (un milione e 200 mila euro). Gli scettici possono chiedersi se sia arte, ai già persuasi tanto vale ricordare come nacque: dopo una notte di sbronze, Tracey si risvegliò pensando «se non bevo in fretta dell’acqua morirò». Si attaccò al rubinetto della cucina e ritornando intontita verso il letto ebbe una specie di visione: «Era disgustoso. Ma un secondo dopo mi parve bellissimo, un classico, da lontano sembrava un quadro». E così diventò la sua opera più famosa e le cambiò la vita: «Non fumo neanche più», confessa oggi la 51enne Emin, reduce da mostre a Buenos Aires e Miami, «e nemmeno credo che il mio letto possa scioccare più nessuno». Il prezzo per cui sarà venduto all’asta forse sì.