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 2014  maggio 28 Mercoledì calendario

CARCERI, SCADE L’ULTIMATUM DELL’UE

La firma al protocollo tra ministero della Giustizia e regione Friuli Ve­nezia Giulia per il miglioramento delle condizioni detentive è l’occasione, per Andrea Orlando, di fare il punto sul sovraffollamento nelle carceri. Così, alla vigilia della scadenza odierna che la Cor­te di Strasburgo ha imposto all’Italia, il Guardasigilli spiega che «il numero dei detenuti sta calando ed entro fine anno saremo sotto quota 59 mila». E aggiunge che la decisione di Strasburgo non arri­verà oggi, ma «dopo il 5 o 6 giugno ci sarà il pronunciamento sul merito».
Mentre il Consiglio nazionale forense lan­cia un appello a Parlamento e Governo «affinché offrano tutto il proprio appog­gio al ministro Orlando per affrontare il problema con gli investimenti economi­ci e gli interventi normativi necessari», l’associazione Antigone ricorda che in ca­so di condanna europea l’Italia rischia di pagare 100 milioni in risarcimenti. E che i posti regolamentari non sono 49 mila, ma quasi 5 mila di meno.
A ’disinnescare’ la scadenza del 28 mag­gio era stato proprio il ministro della Giu­stizia Orlando, che il 22 a Strasburgo a­veva incontrato il presidente della Corte Dean Spielmann e i vertici dei Consiglio d’Europa. Dal vicesegretario generale del Consiglio d’Europa, Gabriella Battaini-Dragoni, era arrivato il riconoscimento che «l’Italia sta andando nella giusta di­rezione ». Un annuncio che dovrebbe si­gnificare l’accantonamento, da parte del Comitato dei ministri del Consiglio d’Eu­ropa, della «forte riserva» sulle condizio­ni carcerarie italiane, attivata dalla ’sen­tenza pilota’ «Torregiani più altri» che l’8 gennaio 2013 aveva spinto la Corte eu­ropea dei diritti dell’uomo, emanazione del Consiglio, a condannare l’Italia a pa­gare 100 mila euro ciascuno a sette dete­nuti perché reclusi in celle prive degli standard minimi di vivibilità. L’accanto­namento della riserva dovrebbe blocca­re i 6.829 ricorsi presentati, che - secon­do Antigone - potrebbero ottenere risar­cimenti di 15 mila euro per un totale, ap­punto, di oltre 100 milioni di euro.
Antigone non nega i passi avanti fatti: og­gi i detenuti sono 59.683, mentre 11 me­si fa - al 30 giugno 2013 - erano 66.028, cir­ca 6 mila in più. Nei prossimi giorni dun­que il Comitato dei ministri del Consi­glio d’Europa valuterà le politiche pena­li e penitenziarie dell’Italia, «ma il gap da recuperare – afferma Antigone – è anco­ra enorme». La capienza regolamentare era calcolata in 49.091 posti, ma i tanti reparti chiusi sottraggono ben 4.762 po­sti. Il tasso di sovraffollamento è quindi del 134,6%, ben superiore a quello me­dio europeo del 97,8%. Il dato regionale in realtà rivela picchi di invivibilità: in Pu­glia e Liguria è 148%, in Veneto quasi 140, poco meno di 137 in Lombardia e di 134 nel Lazio. Per non parlare di Secondi­gliano, a Napoli, dove ad aprile si era so­pra al 200%.