Franco Venturini, IoDonna 24/5/2014, 24 maggio 2014
DONNE IN PROFONDIT
CI SIAMO, ANCHE LE DONNE potranno servire a bordo dei sommergibili. Nei 110 anni di storia dell’arma sottomarina non era mai accaduto, nemmeno da quando la presenza femminile nelle Forze armate è diventata normale. Prevedere la presenza di donne a bordo di un sommergibile, si diceva, significa dimenticare che a bordo gli spazi sono ridotti al minimo e che l’equipaggio vive in condizioni di promiscuità. Se esistono “problemi” nei reparti di terra o sulle navi di superficie, figuriamoci quanti ne potrebbero nascere durante una lunga immersione. E poi le donne sono più sensibili degli uomini al diossido di carbonio presente nei sommergibili. Gli americani e gli inglesi si sono incaricati di smentire con una ricerca quest’ultimo timore. I francesi li hanno seguiti a ruota prendendo in esame anche le altre perplessità. E così prima gli Usa, giorni fa la Gran Bretagna e prossimamente la Francia hanno dato il fuoco verde. Ufficiali ad alta specializzazione saranno imbarcati di preferenza su sottomarini nucleari, più grandi e dotati di spazi interni più ampi. In sede di manutenzione si provvederà a creare una mini-zona di privacy femminile. Ma quel che resterà è che le sortite dei sub atomici durano molto, talvolta anche due mesi. Andrà tutto bene, come dicono gli ammiragli? Gli scettici insistono che imbarcare donne in un sommergibile sarà come lanciargli contro un carico di bombe di profondità, ma io spero che abbiano torto come nei vecchi film di guerra dove il sub resisteva sempre agli attacchi.