26 maggio 2014
APPUNTI PER VANITY - I RISULTATI DELLE ELEZIONI EUROPEE
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REPUBBLICA.IT
ROMA - Trionfa il Pd di Matteo Renzi che, con un dato intorno al 41%, batte il record di Veltroni del 2008 e stravince in tutte e cinque le circoscrizioni, diventa il primo partito dell’area socialdemocratica europea, arriva quasi a doppiare l’M5S e a superare la somma di grillini e Forza Italia. Non solo, il Partito Democratico resta l’unica forza politica italiana a superare il dato assoluto del 2013 (in percentuale sale del 15%) e fa capire a tutti che sarebbe in grado di vincere da solo eventuali elezioni politiche con l’Italicum. Cinque dati tutti in positivo, un pokerissimo che esce dalle carte in mano di Renzi e costringe in un angolo grillini e berlusconiani.
I primi dovranno adesso spiegare le minacce e l’arroganza delle ultime settimane, raccontare agli italiani come hanno fatto, in meno di un anno di opposizione “pura e dura” a perdere quasi 5 punti in percentuale passando dal 25,5% al 20/21% circa e da 8 milioni e 689 mila voti a circa 4 milioni e mezzo/5 che dovrebbe essere il loro risultato finale. Dato che segna una pesante sconfitta anche di fronte a un calo percentuale degli elettori dal 75,2% (politiche 2008) al 57,22 % di ieri. Per Forza Italia, poi, c’è un crollo spaventoso da 7 milioni e 332mila (21,6%) del Pdl a un misero 15/16% oggi, pari a non più di 3,5/4 milioni di voti.
Insomma, l’Italia si sveglia molto più “seria” del resto d’Europa e può paragonare la sua stabilità a quella (per tanti versi diversa) di una Germania. Gli italiani si dimostrano capaci di respingere i due populismi: quello tradizionale di Berlusconi e quello ambiguo tra sinistra e destra di Grillo. E il Pd riesce a recuperare voti dappertutto: da destra e anche da sinistra.
Per gli altri partiti, solo la Lega Nord sembra certa di superare la soglia del 4% che permette di portare parlamentari a Strasburgo. Dovrebbe arrivare poco sotto il 6%, superando ampiamente il 4,1% delle politiche 2013. La Lista Tsipras riesce a farcela, seppur di poco oltre il 4%, molto meglio del 2,2% di Rivoluzione Civile. Stesso discorso per Ncd-Udc che è sul filo della soglia di sbarramento e riesce a far meglio, sia pur di pochissimo, anche rispetto alla lista Tsipras. E’ probabile che la cosa abbia anche un benefico effetto sulla compattezza del governo.
Male tutti gli altri: da Fratelli d’Italia (al 3,5%, anche se quasi raddoppia i consensi rispetto allo scorso anno) e, soprattutto, a Scelta Europea che quasi sparisce (0,6%).
La serata era cominciata con gli exit poll di Emg per La7 (Mentana) che, evidentemente avevano colto un segnale e davano il Pd intorno al 33% con Grillo intorno al 26 e Forza Italia al 18. Probabilmente, Fabrizio Masia (direttore di Emg) aveva dati ancora migliori per Renzi, ma darli come exit poll dopo i sondaggi delle ultime settimane che vedevano Pd e M5S poco distanti tra loro, sembrava, oggettivamente, un azzardo.
Così, il trionfo del Pd di Matteo Renzi è diventato concreto solo quando, intorno a mezzanotte, Antonio Noto, direttore di Ipr Marketing ha snocciolato davanti a un allibito Bruno Vespa la sua prima proiezione (10 per cento del campione) con il Pd al 40,2%, l’M5S al 23,1% e Forza Italia al 16%: "Quando ho visto i dati - confessa Noto - mi sono preoccupato perché sembravano davvero ’forti’. Semplicemente, ho avuto il coraggio di darli". Da lì in poi, tutte le proiezioni hanno confermato la tendenza.
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