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 2014  maggio 25 Domenica calendario

APPUNTI PER GAZZETTA - ELEZIONI EUROPEE RISULTATI


PPE 211 SEGGI SU 751 (2009: 265 su 736)
PSE 193 su 751 (2009: 184 su 736)

exit poll 70% campione 7000 interviste
PD 33 [26]
GRILLO 26,5 [21]
FORZA ITALIA 18 [14]
LEGA 6 [5]
TSIPRAS 4,2 [3]
NCD 4
FDI 3,8
SCELTA 1,3
IDV 1,2

PROIEZIONE YOU TREND




ROMA - Si sono aperti stamattina alle sette i seggi in Italia per le elezioni europee. Sono 49 milioni gli elettori chiamati al voto per scegliere i nuovi 73 europarlamentari che spettano all’Italia. L’affluenza, alle 19, è al 42,14%, mentre 5 anni fa alla stessa ora era stata del 52,9% (in quel caso si votò per due giorni, sabato e domenica).
SPECIALE ELEZIONI: RIEPILOGO ITALIA
Quanto alle comunali, l’affluenza alle ore 19 si profila oltre il 55%. In mattinata hanno votato il capo dello Stato, Giorgio Napolitano, e il premier Matteo Renzi. Nel primo pomeriggio anche Beppe Grillo: "L’obiettivo è vincere e fare qualcosina in più del Pd". Si vota anche per le regionali in Abruzzo e Piemonte. Le urne resteranno aperte sino alle 23.
Si è votato oggi anche in 21 altri paesi Ue, tra cui Germania e la Francia. Gli altri sette paesi dell’Unione europea hanno già votato nei giorni precedenti. E proprio dagli altri paesi, dove le urne sono già chiuse, arrivano i primi exit poll, che segnano un’avanzata sensibile degli euroscettici.

VOTO EUROPEO
IL VOTO EUROPEO è alle battute finali, in Italia urne aperte fino alle 23. Ma in molti paesi sono già chiuse e ci sono i primi exit poll. Intanto arriva il primo dato: l’astensionismo temuto alla viglia non si è materializzato. Secondo i primi dati provvisori del sito web dell’Europarlamento l’affluenza media alle elezioni europee è stata del 43,11, contro il 43 netto del 2009.
I primi exit poll, tra conferme e sorprese, stanno già rivoluzionando la mappa politica d’Europa. Alla luce di questi primi dati, il candidato alla presidenza della Commissione UE per il Ppe Jean-Claude Juncker già rivendica la presidenza: "Se il trend viene confermato, è chiaro che pretendiamo la presidenza della Commissione Ue".
In Francia boom del Front National di Marine le Pen, che secondo gli exit poll sarebbe al primo posto con il 25% dei consensi, seguiti dai gollisti dell’Ump. In netto calo i socialisti del presidente Hollande con il 14%. Se confermato, per i socialisti si tratterebbe del peggior risultato della storia. Marine Le Pen ha chiesto al presidente Francois Hollande di procedere allo scioglimento dell’Assemblea nazionale dopo lo storico risultato del suo partito, che ha visto quadruplicare i voti rispetto alla ultime europee. E chiama a raccolta tutti gli euroscettici d’Europa e Grillo. Per Hollande, che domani ha convocato una riunione d’emergenza all’Eliseo, bisogna "trarre lezione da questo evento cruciale".
In Germania l’Union della cancelliera Angela Merkel è data per vincente secondo le rilevazioni fuori dai seggi. Buoni numeri anche per i socialdemocatici del Spd con cui la Cdu guida il governo di coalizione, dati al 27,5% (+6,7). Poi ci sono i Verdi al 10,6% (-1,5), la Linke con il 7,6% (+0,1). Un dato inedito riguarda gli anti-Ue dell’Afd (Alternative fuer Duetschland) che sarebbero al 6,5% mentre i neo-nazi dell’Npd sono fermi all’0,8-1%, sufficienti a farli entrare per la prima volta a Straburgo. Afd è la vera novità di questa tornata, cinque anni fa non esisteva: il giovane partito di Bernd Lucke, economista che ha raccolto i dissidenti delle politiche europee di Merkel, era rimasto per poco sotto la soglia del 5%.

ELEZIONI EUROPEE: RIEPILOGO ITALIA
Numeri ottimi anche per Alexis Tsipras, con il partito Syriza primo agli exit poll in Grecia con il 26-30% delle preferenze. Calo di Alba Dorata, che sarebbe attorno all’8-10%. In Austria Le proiezioni elettorali basate sul 90% delle schede scrutinate, consegnano all’estrema destra, ai verdi e ai liberali un consistente successo elettorale. Il centrodestra del Partito del popolo resta avanti, ma ha però visto un calo dei consensi dal 30% al 27,5% (5 seggi, ne perdono 1). I socialdemocratici raccolgono quasi il 23,8% dei consensi (mantengono 5 seggi). La destra nazionalista e populista del Partito della libertà aumenta i consensi del 6,8% e arriva a quota 19,5% (4 seggi, ne guadagnano 2) mentre i Verdi conseguono il 15% dei voti, il 5,1% in più (3 seggi, ne guadagnano 1). I liberali del Neos ottengono il 7.9% (1 seggio).
Anche la Danimarca non fa eccezione al trend euroscettico: secondo gli exit poll l’estrema destra del Danish People Party sarebbe primo partito con il 23,1% (+3 deputati rispetto al 2009 quando presero il 15%), secondi i socialisti con il 20,5%, terzi i liberali con il 17,2%.
In Olanda, Il partito degli euroscettici di estrema destra guidato da Geert Wilders è scivolato a sorpresa al quarto posto nella corsa al parlamento europeo. In Gran Bretagna, altro paese in cui era prevista l’affermazione dei partiti anti-Ue, invece la tendenza pare confermata, con l’avanzata dello UK Independence Party (Ukip), che vuole lasciare l’Unione europea e imporre un freno all’immigrazione: secondo i primi risultati, l’UKIP si è aggiudicato 86 nuovi seggi nel voto locale in Inghilterra, strappandone sia ai Conservatori del primo ministro David Cameron che ai laburisti.
Indipendentisti in testa in Irlanda. Fine Gael, partito del premier Enda Kenny ha raggiunto secondo i primi exit poll pubblicati a Bruxelles il 22% dei voti in quota identica, il 22%, anche per i repubblicani del Fianna Fail guidato da Michael Martin, mentre il Sinn Fein di Gerry Adams ha ottenuto il 17% dei suffragi e i laburisti, al governo con il Fine Gael, il 6%. Anche i verdi dovrebbero avere il 6% mentre gli altri partiti, raggruppati in questa prima stima alla voce "indipendenti ed altri", sono al 27%. Undici i seggi in palio.
Le prime rilevazioni danno i socialisti nettamente in testa in Portogallo, dove avrebbero tra il 30% e il 34%. Allianca Portugal, che mette insieme i socialdemocratici e i conservatori che sostengono il governo del premier Passos Coelho, raccoglierebbe invece tra il 25% e il 29% dei consensi.
Urne chiuse anche in Polonia: secondo i primi exit poll sarebbe in vantaggio il partito centrista Piattaforma civica (Po) del premier Donald Tusk con il 32,8%. Segue il partito di opposizione di destra Diritto e giustizia (Pis) dell’ex premier Jaroslaw Kaczynski, che ha ottenuto il 31,8%. Gli euroscettici di Nuova Destra di Janusz Korwin Mikke con il 7,2% potrebbero entrare per la prima volta nell’europarlamento.
Primi risultati anche in Romania: gli exit poll danno avanti con il 42% la coalizione di governo, formata da Socialdemocratici, Unione nazionale per la Romania e partito conservatore. Al secondo posto molto staccato il partito liberale, che avrebbe tra il 13% ed il 15%. Seguono i democratici-liberali tra il 10% ed il 12%.
Non ci sarebbero sorprese in Ungheria, dove il partito Fidesz del premier Viktor Orban in Ungheria, con il 52,4% dei consensi si avvia alla vittoria. Secondi, stando alle prime proiezioni, gli estremisti antisemiti di Jobbik con il 15% (che alle nazionali hanno però superato il 20). In calo i socialisti all’11%.
Secondo i primi sondaggi diffusi dal capo dell’ufficio elettorale laburista, alle europee a Malta sarebbe in testa il partito laburista (nel gruppo S&D) con il 53%, seguito dai popolari del partito nazionalista (al Governo) al 40%. Terzi i Verdi con il 2,7%, e altri piccole formazioni totalizzano il 4%. Malta elegge solo 6 eurodeputati in tutto come Estonia, Lussemburgo e Cipro.
In Slovenia, dove ha votato appena il 17,3% degli aventi diritto, avanti i partiti filoeuropei: sarebbe in testa il Partito democratico sloveno (Sds, centrodestra) con il 24,6% seguito da Lista Nova Slovenija (Sls, centrodestra) al 15,2% e dalla lista Verjamem (centrosinistra) con il 10,6%.
In Slovacchia i socialdemocratici dello Smer del premier Robert Fico sarebbero in testa. Secondo i risultati non ufficiali pubblicati dal sito Sme, lo Smer ha ottenuto 24,09% dei voti, seguito dai popolari del Movimento cristiano democratico (Kdh) con il 13,21%.