Paolo Manzo, La Stampa 25/5/2014, 25 maggio 2014
MEDELLÍN, DA REGNO DI ESCOBAR A SILICON VALLEY COLOMBIANA
«Se due anni fa mi aveste detto che avrei lavorato a Medellín come software designer vi avrei riso in faccia». Esteban è uno dei tanti giovani che ha trovato lavoro nell’hub tecnologico che la città colombiana ha costruito a tempo di record, trasformandosi nella più grande Silicon Valley del Sudamerica.
Nel 2012 era disoccupato, oggi lavora alla Blokwise, un’azienda di It, e ha appena finito di «inventare» un videogame che trasforma la Papamobile in una macchina da corsa sulle strade brasiliane, un omaggio alla visita di Francesco lo scorso anno alla Gmg di Rio.
La storia di Esteban è come quella di tanti altri ragazzi di Medellín, una città che il naso per gli affari ce l’ha sempre avuto. Anche quando l’economia non tirava come oggi con una crescita annuale del Pil del 4,3%, il tasso di disoccupazione sotto il 10% e un’inflazione che è la più bassa dell’America latina.
A fine Anni 80 il business non era la tecnologia ma la cocaina e comandava Pablo Escobar, il più grande boss della droga che, quando fu ucciso - nel 1993 - aveva un patrimonio stimato in 30 miliardi di euro.
Il sindaco Aníbal Gaviria lo ammette: «In passato abbiamo avuto uomini d’affari sbagliati ma oggi le cose sono radicalmente cambiate in meglio». Non sono parole pre-elettorali – oggi anche in Colombia si vota, probabile un ballottaggio a metà giugno tra l’attuale presidente Santos e Zuluaga –, ma davvero negli ultimi anni Medellín ha cambiato faccia grazie all’informatica.
Non a caso la Hewlett-Packard ha trasferito qui il suo centro di servizi per tutta la rete latinoamericana e lo scorso marzo la città ha stracciato le concorrenti aggiudicandosi il titolo di «Città Innovativa dell’Anno», assegnato da Citi, «Wall Street Journal» e Urban Land Institute. Sconfitta New York sul filo di lana. «Una bella soddisfazione - dice soddisfatto il sindaco -. Ora dobbiamo solo farlo sapere al resto del mondo», facendo capire come ancora oggi sia difficile abbattere i pregiudizi legati al passato.
La nuova Silicon Valley colombiana scorre lungo la Ruta N, zona nord della città. Qui un conglomerato di enormi edifici in vetro si estende su una superficie di 150 ettari, facendo del «Distretto dell’Innovazione» – così lo hanno battezzato - il più grande hub tecnologico dell’America latina.
Il «miracolo» è stato costruito grazie agli introiti fiscali provenienti da Empresas Publicas de Medellín, un’azienda statale proprietaria di settori strategici quali l’acqua, l’energia e lo smaltimento rifiuti. Gli incentivi per le aziende che si trasferiscono qui sono straordinari: 10 anni di agevolazioni fiscali al 100% e un costo ridotto a 18 euro il metro quadrato per gli uffici, tutti dotati di connessione Internet a banda larga. Non a caso molte aziende spagnole, cilene, brasiliane, statunitensi e irlandesi sono arrivate subito.
«Lasciate alle spalle le industrie tradizionali - spiega la direttrice del Distretto, Paulina Villa -. Medellín ha investito per combattere la disoccupazione sulle “maratone tecnologiche” in cui vengono formati giovani programmatori». Esteban era uno di questi.
Paolo Manzo, La Stampa 25/5/2014