Ugo Bertone, Libero 24/5/2014, 24 maggio 2014
UN ROBOT PROMOSSO NEL CDA SBAGLIA MENO DEGLI UOMINI
Vital è un manager promettente, uno dei punti di forza della Deep Knowledge Ventures. Efficiente, discreto, gran lavoratore che non conosce weekend o ferie, come si conviene ad un giapponese purosangue. Non stupisce che, dopo la soluzione di un paio di problemi complessi e delicati, la sua azienda, domiciliata ad Hong Kong abbia deciso di promuoverlo nel consiglio di amministrazione, nella convinzione che lui saprà fornire le indicazioni migliori in materia di tendenze di mercato.
Quel che stupisce, però, è che Vital (che sta per Validating Investment Tool for Advancing Life Sciences) è un robot, il primo nella storia ad esser promosso all’interno di un board aziendale con tanto di diritto di voto. Altro che quote rosa, ammesso e non concesso che il neo consigliere rivendichi un posto da maschio e non riveli invece sensibilità da gentil sesso. E poi, passato lo stupore iniziale, non si possono trascurare gli indiscutibili vantaggi. La scelta di Vital non ha richiesto il supporto di “cacciatori di teste” e non è legata a pressioni politiche o di lobby. Non solo. Il ruolo del promettente robot è ben definito e di sicuro valore: Vital dovrà analizzare gli aspetti che riguardano i rischi e le aree di investimento dei progetti, grazie ad un sofisticato sistema di algoritmi.
Non trascuriamo poi l’atout meno confessabile ma, sotto sotto, il più gradito ai Big manager di casa nostra. Quale magistrato potrebbe incriminare un robot per evasione fiscale, falso in bilancio o aggiotaggio? Una volta passato il principio che Vital e i suoi fratelli sono così autonomi ed indipendenti da poter votare in un consiglio di amministrazione, non sarà facile dimostrare che il Big boss si è comprato il consenso in maniera illecita. E poi, come si punisce un robot? Lo si mette in galera, ovvero in un box umido che metta a repentglio i suoi circuiti elettronici? Si vieta l’uso dei giochi elettronici? O peggio, si affida il robot ad un cantiere della Salerno-Reggio Calabria o nelle mani dei No Tav?
Quel che colpisce della notizia in arrivo da Hong Kong è che al nostro robot, “figlio” di una ditta giapponese ma assemblato da una matrigna inglese, a conferma che l’intelligenza artificiale non ha frontiere, sono state attribuite responsabilità e poteri nuovi. Se ci limitiamo a sottolineare l’affidabilità del nostro giovanotto elettronico, infatti, non ci possamo stupire più di tanto: Vital, per la verità, conta già non pochi fratelli maggiori in grado di vincere partite a scacchi contro i migliori giocatori. Intanto una cospicua fetta dell’attività finanziaria dipende ormai dalle decisioni degli hft, che sta per high frequency traders, programmi automatici di acquisti e vendite a velocità mostruosa (migliaia di operazioni al secondo) che stanno mettendo a dura prova le autorità di Borsa. In questo caso, si può obiettare, all’origine c’è pur sempre un comando impartito da un uomo. Non è del tutto vero. In un paio di occasioni la macchina ha preso il controllo della situazione trasformando una giornata finanziaria qualsiasi in una ecatombe.
Le applicazioni dell’Intelligenza Artificiale, poi, si sono enoremente sviluppate negli ultimi anni quando alla tradizionale leadership giapponese si è unita la voglia dei miliardari di Silicon Valley di accelerare la corsa verso il futuro. La combinazione tra la potenza di calcolo e i progressi dell’elettronica ha consentito passi in avanti eccezionali. Al punto che non deve stupire più di tanto il mestiere di Vital: se devo scegliere se investire in un farmaco piuttosto che in un altro settore basandomi sulla lettura di statistiche e di trend di mercato.
Ma stavolta non si è di fronte ad un progresso, seppur straordinario, delle capacità e delle abilità del nostro robot. Bensì delle decisioni degli umani di cedere il passo di fronte all’autonomia di giudizio della macchina capace di individuare le soluzioni migliori che la nostra mente non vede. La novità non sta tanto nei progressi, seppur straordinari, della creatura artificiale, ma nel passo indietro dei manager, categoria che, per formazione (e stipendio) è chiamata ad assumersi le proprie responsabilità. E chissà se, fiction per fiction, il futuro non ci riserva un partito guidato da super Vital?