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 2014  maggio 24 Sabato calendario

ARTBONUS, MECENATI È BELLO


IL PROVVEDIMENTO
Disposizioni urgenti per la tutela del patrimonio culturale, per lo sviluppo della cultura e per il rilancio del turismo sono quelle contenute nel decreto approvato dal Governo a sostegno e a difesa del patrimonio culturale italiano e delle strutture turistiche del Paese. Riguardano le aree archeologiche e monumentali, i musei, il cinema, le fondazioni liriche. E, naturalmente, la nostra rete alberghiera.
BENEFICIARI
La decisione più qualificante del provvedimento è senz’altro quella dell’Artbonus, vale a dire il credito d’imposta del 65% per le donazioni a favore di musei, siti archeologici, archivi, biblioteche, Teatri pubblici e Fondazioni lirico-sinfoniche. Il credito è riconosciuto alle persone fisiche e agli enti non commerciali nei limiti del 15% del reddito imponibile. I beneficiari delle erogazioni liberali comunicheranno mensilmente al Ministero l’ammontare delle somme loro destinate nel mese di riferimento e daranno pubblica comunicazione di quanto hanno avuto, nonché della destinazione e dell’utilizzo del denaro.
I GIOIELLI
Mano ferma nel frenare il degrado di aree archeologiche e monumentali di rilevanza internazionale, quali Pompei e la Reggia di Caserta. Il 31 dicembre 2015, data entro la quale dovranno essere spesi i 105 milioni destinati al risanamento del sito di Pompei (78 vengono dalla Ue), è alle porte. I lavori vanno a rilento, molti cantieri devono ancora essere aperti. Ecco allora il rafforzamento dei poteri del direttore del Grande progetto, il generale dei Carabinieri Giovanni Nistri, e l’assunzione a tempo determinato di venti progettisti. A Caserta, invece, commissario in arrivo. Avrà il compito di riassegnare gli spazi della Reggia, ora occupati dai Beni culturali solo per un 20%. Lasciano il monumento l’Aeronautica militare e la Scuola della pubblica amministrazione.
FINANZIAMENTI
Sul martoriato fronte della Fondazioni liriche, diventano 125 i milioni di euro del “fondo rotativo” destinato alle stesse (sono stati aggiunti 50 milioni). E c’è tempo fino alla fine dell’anno perché gli enti adeguino i loro statuti. Una nota positiva, in particolare, per l’Opera di Roma, che d’ora in avanti si chiamerà Teatro dell’Opera di Roma Capitale, trovando sancita nella nuova denominazione la specificità di teatro di rappresentanza. Riccardo Muti, dal Giappone, dove sta dirigendo due titoli di Verdi proprio con il complessi artistici dell’Opera, ha espresso al ministro (che aveva arringato sull’argomento nei giorni scorsi) la sua gratitudine: «Il nuovo nome del Teatro è una porta aperta per un’ulteriore e futura valorizzazione».
GLI AIUTI
Il mondo del cinema vede aumentato da 5 a 10 milioni per impresa di produzione il tax credit creato per incentivare i registi stranieri a girare in Italia. Infine, una norma di carattere generale: il 3% destinato alla spesa per infrastrutture (fino ad oggi relativo al trienno 2014-2016 e definito dalla frase “fino al 3%”), si fissa nella percentuale tonda che, da transeunte, si trasforma in strutturale.
Per la riqualificazione edilizia ed energetica delle strutture turistico-alberghiere c’è un credito d’imposta del 30%. Un identico bonus è previsto per i lavori di digitalizzazione.
L’Enit (Ente nazionale italiano per il turismo) viene commissariato. Cambierà anche nome, trasformandosi nell’Agit (Agenzia Italia turismo). L’Agenzia sostituirà l’Enit in tutto e per tutto dopo che sarò approvato il nuovo statuto. Il decreto fissa, come termine per questo adempimento, sei mesi dall’entrata in vigore della norma. Viene inoltre messa in liquidazione la società Promuovi Italia.
IL MINISTRO
Innumerevoli, dopo l’approvazione del decreto, le reazioni. Ci limitiamo alle parole del ministro Franceschini. «Chiamerò uno ad uno per nome, al telefono o anche in pubblico, i responsabili delle aziende, a cominciare da quelli che governano le più grandi. Si potrà intervenire sul Colosseo come su una piccola abbazia di campagna, donando quanto si vuole. E sarà vero mecenatismo, senza cioè sponsorizzazioni o sfruttamenti pubblicitari. Mi sono più volte sentito ripetere “mi piacerebbe, ma non esistono gli strumenti...”, adesso nessuno può più addurre scuse. Va comunque specificato che la vastità del nostro patrimonio fa sì che il privato non possa occuparsi di tutto. Le risorse devono essere pubbliche (mi batterò perché non solo non vengano tagliate, ma perché siano aumentate), i privati le integreranno».