Arianna Ravelli, Corriere della Sera 25/5/2014, 25 maggio 2014
IL GENE DEL CALCIO TRA BUFFON, MYSKY E L’«ALTRO» GENNY
MILANO — Un campionato non proprio esaltante, ma, volendo, esilarante. Una stagione vista da Gene Gnocchi, che ogni giorno rompe il pallone sulla Gazzetta dello Sport e commenta (con competenza vera) le vicende calcistiche alla Domenica sportiva . Domande serie, risposte mica tanto. Cominciamo.
Cosa salva di questo campionato?
«Di questo campionato mi resta l’immagine di Buffon che entra nel portone con la D’Amico, ma io so che non c’è stato niente: lei gli ha spiegato il funzionamento di MySky, che lui non capiva bene. A livello tattico adesso va di moda il falso nueve, l’unico modo per arginare questa tendenza è giocare con il falso uno, falso dos, falso tres, falso quatro, falso cinco... tutti falsi».
Perché la Juve domina in Italia e non vince in Europa?
«Perché in Europa c’è meno sudditanza psicologica e gli avversari affrontano la Juve giocando in modo meno contratto, più sbarazzino. La cosa che mi lascia perplesso è che per celebrare lo scudetto la dirigenza aveva già preparato degli omaggi d’oro con le iniziali di ciascun giocatore. Su quello di Pogba c’era scritto TTV: tanto ti vendiamo».
Dopo vari tentennamenti Conte ha deciso di restare, ma senza rinnovare. Come finirà?
«Il problema è che Conte tratta i giocatori come Grillo tratta quelli del Movimento 5 Stelle. La soluzione l’anno prossimo sarebbe che Conte andasse dai Cinque Stelle e Grillo alla Juve».
Garcia è stato il segreto della Roma?
«Il segreto della Roma è stato parlarsi di più: prima ciascuno aveva la propria tariffa telefonica, poi è arrivato Totti, ha imposto la Vodafone a tutti e c’è stato il salto di qualità. Ma no, il segreto è stato Garcia che da buon paraculo ha parlato subito con i capi storici dello spogliatoio, Totti, De Rossi ecc. e li ha portati dalla sua. E poi con la qualità di Pjanic, Destro, Ljajic ha fatto il resto».
Capitolo Inter: Mazzarri sostiene di aver fatto il massimo con questa rosa, è d’accordo?
«L’Inter mi ha deluso per il gioco, ma quello che mi è piaciuto ancora meno è lo scarso rispetto per gli eroi del Triplete: la verità è che Thohir è razzista, pare che mentre Cambiasso batteva un calcio d’angolo gli abbia tirato un pezzo di asado dalla tribuna. Poi non era necessario mettere all’ingresso di Appiano Gentile il cartello “comune deargentinizzato”, un gesto brutto».
Se l’Inter non ride, il Milan piange: come finirà con Seedorf?
«Seedorf è stato oggetto di una guerra psicologica incredibile, anche l’approvazione del divorzio breve alla Camera, per dire, non è stato un bel segnale. Berlusconi ha detto che gli cercherà un nuovo ruolo e pare voglia fargli sostituire Massimo Pistocchi come opinionista: Clarence l’ha vista come una diminutio e invece sbaglia perché Pistocchi è una colonna. Comunque Seedorf sta affrontando tutto con una signorilità e una pazienza, che neanche Veronica Lario: infatti dal divorzio prenderà più o meno lo stesso».
Ha visto la finale di Coppa Italia? È stato Genny ‘a carogna a decidere che si poteva giocare.
«Cominciamo col dire che non c’è stata alcuna trattativa. La verità è che Genny aveva parlato con Renzi e poi ha spiegato ad Hamsik che secondo lui l’Italicum ha senso solo se la soglia di sbarramento non è superiore al 4% e che il premio di maggioranza si dà solo se un partito supera il 40% dei consensi, sennò Genny ha detto chiaro che si ritorna al proporzionale. Questo è quello che si sono detti: se poi la solita dietrologia italiana vuol dare a Genny ‘a carogna quel ruolo che non ha mai avuto, facciano pure».
Nonostante la gaffe sui Mondiali del Qatar, Blatter è sempre al suo posto, che ne pensa?
«Blatter è completamente fuori dal mondo, crede ancora che Riccardo Fogli sia il cantante dei Pooh».
Riesce ancora a divertirsi col calcio?
«Sì, la Ds è un’esperienza molto divertente, spero di fare altre cose con Paola Ferrari, perché ormai siamo una coppia di fatto, una coppia comica. E poi ho avuto compagni di lavoro ottimi come Ivan Zazzaroni: io gli davo un tot a puntata per ridere alle mie battute, ma da grande attore qual è sembrava ridesse davvero».