Luca Bergamin, Corriere della Sera 24/5/2014, 24 maggio 2014
HO SCOPERTO I SOLDATINI DA GRANDE ORA VIVO TRA ROMA E GRANDE ARMÉE
Chi è. La scritta campeggia, vagamente minacciosa, a grandi caratteri in latta sopra i battenti all’esterno della porta di ingresso. La Grande Armée napoleonica è già… schierata nel salotto, fucili puntati e cannoni pronti a colpire, qualora a bussare fosse un male intenzionato. Del resto stiamo per entrare in quella che, fino agli anni 70 era la sede dell’Ambasciata del Libano in Italia, paese in cui guerre e turbolenze, in quegli anni e un po’ anche oggi seppure per fortuna in misura minore, erano all’ordine del giorno. Niente paura. Si tratta semplicemente dell’ironico benvenuto che Corrado Augias riserva agli ospiti della sua villa romana. Il giornalista, conduttore televisivo e scrittore, ha da poco pubblicato per Rizzoli, insieme a Marco Vannini, «Inchiesta su Maria, la storia vera della fanciulla che divenne mito».
«Prima della Seconda guerra mondiale qui abitava un gerarca di Mussolini. Mi ero perdutamente invaghito di questo palazzo — rivela —, come si fa con una donna bellissima che si vede stendere i panni o leggere al sole dalla finestra di fronte. Abitavo, infatti, proprio qui davanti, ed ero solito curiosare dentro il parco di alberi secolari sulla quale la villa è esposta per quattro lati. Fino a quando, un giorno, mi accorsi che c’erano strani movimenti di persone e cose, sospettai che ne stessero trattando la vendita. Allora mi precipitai fuori, varcai il cancello… purtroppo un signore di Bologna si era comperato l’attico ma il resto era ancora disponibile. Quando entrai, c’era ancora il salone che accoglieva l’orchestra e le coppie danzanti. Avemmo la fortuna di imbatterci anche in una Annunciazione in stile fascista in marmo di Carrara, e poi in un dipinto che raffigura Maria e l’Angelo che le annuncia il suo destino». Tra i tanti… segreti di Casa Augias — «che io definirei piuttosto classica anche se abbiamo scelto di destinare molte stanze a salotto, affacciate su di un corridoio inondato dalla luce che percorre ed entra curiosa e a volte furiosa nelle camere da letto e nella cucina» — c’è la collezione di soldatini custoditi nelle teche all’interno dello studio del giornalista. «E pensare che quando ero bambino non ne avevo nemmeno uno. Mi sono riscattato da grande: sono appassionato di Napoleone e delle sue gesta più eclatanti. Così ho dispiegato la sua Grande Armée su di un ipotetico campo di battaglia, cercando di rispettare lo schieramento originale che il suo esercito osservava scrupolosamente in occasione delle battaglie: la linea della fanteria, la carica della cavalleria di Austerlitz. Ho ricostruito anche lo scenario della campagna di Russia nella neve e c’è Bonaparte a cavallo in ricognizione tra i soldati. Queste miniature rappresentano autentiche opere di arte, solo utilizzando una lente di ingrandimento si riesce ad apprezzare la meticolosità e preziosità dei dettagli, dalle armi alle uniformi. Io trascorro ore liete a giocarci alzandomi dal mio scrittorio in stile americano acquistato da un rigattiere romano, approfittando per fare una pausa nella scrittura». Tra i tanti oggetti curiosi c’è una pala dell’elica di un aeroplano. «Appartiene a un DC4 Farman degli anni 40. A me e mia moglie ricorda il giorno felice in cui lo vedemmo nella vetrina di un antiquario di Parigi che espone principalmente memorabilia dell’aviazione. Ci andiamo spesso perché siamo entrambi figli di ufficiali dell’Aeronautica, e ci conoscemmo durante una estate trascorsa in una colonia proprio di quell’arma».
L’amata Roma — «questa è l’unica città che è stata tale sin dai tempi antichi, ammantata da una luce vivida come nessun altro luogo al mondo» — fa capolino anche in casa Augias: «Ho acquistato molte tele che raffigurano vedute di Roma realizzate da pittori ottocenteschi quali Ippolito Caffi e Riccardo Francalancia». Un momento, però. Ma a chi appartiene quel volto che compare a sorpresa nella copia de «La libertà che guida il popolo» di Delacroix?”. Non sarà per caso… Il padrone di casa ride. Ha capito di essere stato riconosciuto. «È una sorpresa che mi fece la redazione del programma televisivo “Storie, Diario di un italiano”: sapevano che io adoro questo dipinto e così hanno aggiunto il mio viso tra quelli dei personaggi nell’originale. Però i più belli sono i quadri di mia moglie Daniela Pasti». Ironico e poi romantico, ecco Chi è Augias. E a chi e a cosa si riferiva la scritta sulla porta.