Ester Corvi, MilanoFinanza 24/5/2014, 24 maggio 2014
LE PREFERITE DAGLI HEDGE
Sono le tre società italiane preferite dagli hedge fund. È quanto risulta dalla ricerca svolta da Factset. La società del Connecticut ha analizzato i portafogli a fine marzo dei 50 maggiori fondi speculativi, che comprendono nomi celebri come Icahn Associates, D.E. Shaw e Aqr Capital Management. Il valore delle azioni da essi detenute al 31 marzo era 739,3 miliardi di dollari, in crescita dell’1,5% rispetto al dicembre 2013, ma del 7,5% se si considerano solo i titoli più rappresentativi. Fra questi ultimi figurano Verizon, eBay e Liberty Global, mentre tra i titoli venduti ci sono Kinder Morgan, GM e Bank of America.
Sull’Italia, che pesa nei portafogli per lo 0,2% (1,3 miliardi di dollari), i più attivi sono Marketfield Asset Management, Aqr Capital Management, Orbis Investment e Glg Capital. Non stupisce trovare al top della classifica Unicredit, uno dei principali gruppi finanziari europei, che ha accusato nel quarto trimestre una perdita record, 15 miliardi di euro, soprattutto a causa delle svalutazioni di crediti in sofferenza e dell’avviamento in Italia ed Europa. Il valore di mercato della quota detenuta dagli hedge fund alla fine del trimestre era, ai prezzi del 22 maggio, 277 milioni di dollari, con un incremento di 62 milioni rispetto al trimestre precedente. Fra i money manager che vi hanno investito, in evidenza Aqr Capital Management, Marketfield Asset Management e Orbis Investment. Da inizio anno il gruppo guidato da Federico Ghizzoni ha registrato a Piazza Affari una performance positiva del 9,4%.
Al secondo posto il gruppo Fiat, che a gennaio ha acquisito il controllo totale di Chrysler, dando vita al colosso Fiat Chrysler Automobiles, che avrà sede a Londra. Da gennaio a Piazza Affari ha guadagnato il 5,3%, nonostante la discesa (-3,8%) degli ultimi tre mesi. I fondi speculativi era esposti a fine marzo per un valore di 235 milioni di dollari, stabile sul periodo precedente. Anche in questo caso è Marketfield management l’hedge che conta di più. Al terzo gradino del podio Buzzi Unicem, secondo produttore in Italia e Germania, che ha visto migliorare l’outlook (da negativo a stabile) assegnatogli dall’agenzia Standard & Poor’s, mentre sono stati confermati i rating di breve e lungo termine rispettivamente a B e a BB+. Il valore di mercato alla fine del primo trimestre la quota detenuta dagli hedge fund era 191 milioni di dollari, in incremento dell’8,8%, grazie agli acquisti di Marketfield Asset Management. Deludente però finora l’andamento in borsa del titolo da fine dicembre, visto che ha lasciato sul terreno il 7,5%, a causa della crisi del settore immobiliare. Segue il Leone di Trieste, tra le maggiori compagnie assicurative a livello internazionale, che in borsa ha accusato una performance negativa da fine 2013 (-7%) conseguente alla correzione degli ultimi tre mesi (-5%). Il valore di mercato della quota detenuta dai maggiori hedge fund ammontava a 190 milioni di dollari, in aumento dello 0,1% rispetto al trimestre precedente. I più attivi sono stati Markerfield Asset Management e Aqr Capital Management.
Nel caso invece di Mediaset, il valore di mercato della quota detenuta dagli hedge fund alla fine di marzo era stabile a 102 milioni di dollari e l’esposizione più significativa era quella di International Value Advisers. Il titolo ha lasciato sul terreno il 16,8% negli ultimi tre mesi, portando la performance da inizio anno a +9%.
Dai media alla moda. Salvatore Ferragamo, uno dei maggiori player del lusso a livello internazionale, è il titolo italiano del comparto più comprato dai fondi speculativi, che a fine trimestre erano esposti per 100 milioni di dollari, senza variazioni sul periodo precedente. A piazza Affari il titolo è arretrato da gennaio del 19,2% e negli ultimi tre mesi del 5,6%.
Nel caso invece di Eni, il gigante petrolifero guidato da Claudio Descalzi, che da fine 2013 è salito del 6% sul listino milanese, il valore di mercato alla fine del primo trimestre della quota in mano ai fondi speculativi era molto modesto (36 milioni di dollari) e in leggero calo rispetto al trimestre precedente (-0,6%). Stabile invece la quota detenuta in Finmeccanica, che negli ultimi tre mesi ha bruciato il 22,6% della quotazione in borsa, per un totale di 27 milioni di dollari.
In nona posizione, Intesa Sanpaolo, il gruppo bancario guidato da Carlo Messina, che nel primo trimestre ha annunciato un forte progresso degli utili, grazie al calo degli accantonamenti. I fondi speculativi alla fine del primo trimestre erano esposti per 25 milioni di euro verso il titolo, con un aumento dell’1,1%, grazie agli acquisti di Glg Partner. Lo stesso hedge fund è stato molto attivo anche con Telecom Italia, che a fine marzo ha visto crescere del 7,3% la quota detenuta dai money manager, per un valore di 18 milioni di dollari.
Ester Corvi, MilanoFinanza 24/5/2014