Paolo Siepi, ItaliaOggi 24/5/2014, 24 maggio 2014
PERISCOPIO
Sono un ammiratore assoluto di Barbara Lezzi del Movimento 5 Stelle. L’ho studiata, l’ho incontrata e l’ho trovata bravissima e preparata. Bruno Vespa a Otto e mezzo su La7.
Il comandante Schettino annuncia di sostenere il Pd. Ormai ha toccato il fondo. Spinoza. Il Fatto.
Quelli del Pd non sono più figli di operai ma di massoni. Beppe Grillo. Ansa.
Berlusconi fece sesso con Ruby e pagò i testimoni. Vabbè, può capitare di sbagliarsi. Spinoza. Il Fatto.
Beppe Grillo vuol processare politici, industriali, giornalisti. La lista degli imputati sarà presto pronta. Il processo sarà online e durerà un anno con prove, testimoni, atti di accusa. Il pm-cittadino cambierà per ogni incriminato, la web-sentenza sarà emessa degli iscritti. Manca solo un piccolo dettaglio: l’avvocato. Niente di che, ne basta uno che, a un certo punto, si appelli alla clemenza della corte. Mattia Feltri. La Stampa.
Due stili diversi. Berlusconi aveva giocato tutto contro Santoro. Tant’è che, nella mente collettiva, si è fissato il gesto della pulitura con un fazzoletto, da parte di Berlusconi, della sedia nella quale si era seduto Marco Travaglio. Invece Grillo da Vespa è stato come due vecchi colleghi che si ritrovano dopo tanto tempo e tante schermaglie. Come il film di Fellini sulla tv. Carlo Freccero. Il Fatto.
Che l’Italia possa mandare la più numerosa pattuglia di parlamentari anti-euro a Bruxelles, questa si chiama democrazia. Se gli italiani sono diventati, in pochi mesi, i più eurofobici del Continente è nel loro diritto usare la scheda elettorale per farlo sapere. Antonio Polito. Corsera.
Grillo ha fatto breccia con ciò che gli viene più rimproverato, e cioè l’insofferenza urlante verso chi ha ridotto l’Italia allo stremo: istituzioni, ministri, banchieri, corrotti e bancarottieri, sì tutti nello stesso mazzo perché la collera non fa distinzioni. Antonio Padellaro. Il Fatto.
La France. La grandeur. La perfection. Et voilà: dall’altra parte delle Alpi hanno costruito vagoni più larghi delle banchine dentro le quali avrebbero dovuto passare. Pare che sui fianchi metallici spuntino 20 centimetri di troppo: le famose maniglie dell’amore (poignèes d’amour). C’est pas possible! E invece sì: basta che gli ingegneri preposti alla costruzione dei vagoni li progettino minuziosamente sulla carta senza mai degnarsi di alzare il sedere (le derriére) per andare a misurare dal vivo la larghezza di una banchina. Si sono fidati di vecchie mappe anziché recarsi nella più umile stazioncina di provincia con un righello. Ah, la prèsomption (presunzione)! Ah, la paresse (pigrizia)! Ma da che monde è monde, sommando paresse e prèsomption, si ottiene sempre una bètise (stupidaggine). Massimo Gramellini. La Stampa.
Massima vigilanza. Massima. Restare allertati. Sostare indignati. Nessuna smobilitazione. Niente rilassamento, come dice Madame Spinellì. Spazzolare. Disinfettare. Recidere. Urgono i meglio cerusici della democrazia. I luminari della legalità. I medici di Pinocchio. Si sa, è decaduta la fonte prima dell’infezione (oh gioia!, oh gaudio! oh tripudio!) ma gli infetti ancora si aggirano tra di noi. Come i sorci appestati scendono dalla nave di Nosferatu. Fatto fuori il capo, è il momento dei sottoposti. La purga, lo spurgo. La fogna da prendere, la nostra prossima Cloaca d’Inverno. Neanche raccolti i tappi di spumante dell’altroieri che già un articolato e ferreo piano di azione si prospetta. Come dice la vignetta di Staino su l’Unità: «Finita l’era Berlusconi, ci rimane la parte più difficile: lo smaltimento delle scorie». Sdm. Il Foglio.
Ci sono dei buontemponi nei media italiani che passano la vita a incensare i governi, non importa il colore, e a bastonare le opposizioni senza accorgersi che la stampa libera fa esattamente l’opposto. Dunque pensano che un giornale libero possa nascere al solo scopo di combattere B. e debba morire con B. Il Fatto, come i nostri lettori ben sanno, è sorto con una missione un po’ più ambiziosa: dare le notizie che gli altri non danno. E gli altri, seguitando a non darle, lavorano per noi, del che li ringraziamo di cuore. Marco Travaglio. Il Fatto quotidiano
Km zero è un’opzione salvifica. Chi lo insegna e promuove è sempre in giro per il mondo, avanti, indietro, e in tondo. A noi, ecocompatibili beneficati toccherebbe applaudire nel nostro secondo anno di carestia. Infatti ai tempi in cui l’autarchia dei territori era forzata, vuoi per miseria, vuoi per difficoltà di trasporti, le persone morivano di fame al secondo cattivo raccolto consecutivo, però vuoi mettere com’erano slow food? Giovanni Lindo Ferretti, Barbarico. Mondadori.
«Noi toscani», dice Indro Montanelli, «abbiamo Leonardo». Sai che era Leonardo? Un geometra del Comune, non ha mai fatto un cazzo. Tutte balle quelle che dicono di Leonardo, faceva delle macchine per tagliare il burro, delle cose orrende, non riusciva mai in nulla. Gianni Brera in Gigi Moncalvo, Milano no. Edizioni Elle, 1977.
«Nessuno scrive le cose che ci piacciono, ho paura che dovremo farlo noi», scrisse C. S. Lewis a Tolkien. The Times.
Il cavalier Impellizzeri Gioacchino avrà avuto un’ottantina d’anni e se li portava benissimo, magro come un chiodo e vestito come un ragioniere. Domenico Cacopardo, Il delitto dell’Immacolata. Marsilio.
Fecero sedere il postino che era così fradicio di pioggia che aveva fatto una pozzanghera sul pavimento. Le donne gli tolsero il mantello, gli asciugarono i baffi e i gambali. Il camino rise sotto una fascina secca. La nonna faceva tutto senza posare il telegramma, passandolo da una mano all’altra; e ogni tanto lo leggeva e baciava la testa ricciuta del Bisc: «Care el me Biscella! e pensà che t’ho vist a nass». Suo marito era sceso in cantina e ne era tornato con due bottiglie gloriose di ragnatele. Uscì un vino segreto d’un bel rosso fragola, che diventava subito linfa e pensieri, prima di essere in fondo allo stomaco. Luigi Santuci, Il Velocifero. Mondadori, 1963.
I sogni sono stati creati perché non ci si annoi durante il sonno. Francis Blanche, Pensèes, rèplique et anecdotes. Editions J’ai lu.1966.
A un certo momento la signorina si stupisce: «Lei è uno scrittore? Ma come? Io credevo che lei fosse ricco». Kristopher Jansma, La robe des lèopard. Chambon èditeur.
Niente più dell’orgasmo, il piacere più effimero, ti dà il senso dell’onnipotenza. Roberto Gervaso. il Messaggero.
Paolo Siepi, ItaliaOggi 24/5/2014