Andrea Franceschi, Il Sole 24 Ore 24/5/2014, 24 maggio 2014
SPAGNA PROMOSSA, SI ALLARGA IL GAP CON I BTP
«Bad news, good news». Tra gli addetti ai lavori si usa questa espressione per spiegare una reazione positiva dei mercati a un dato macroeconomico negativo. Un paradosso che si verifica in particolare quando sono le aspettative sulle mosse di una banca centrale, più che i dati economici e societari, a muovere gli indici.
Nel 2013, quando il tormentone era la riduzione degli stimoli monetari da parte della Fed (il cosidddetto Tapering), accadeva che i mercati reagissero bene a dati macro negativi (e viceversa) perché riteneva che questi potessero indurre la banca centrale a temporeggiare sullo stop al "Quantitative easing". Oggi l’attenzione si è spostata su Francoforte dato che, all’ultimo direttivo, il presidente Draghi ha preannunciato misure espansive per il prossimo mese in mancanza di una svolta positiva dell’economia. Ed è in questa prospettiva che si inquadra la giornata sui mercati di ieri. Nell’ultima seduta prima della delicata tornata elettorale era in programma la pubblicazione dell’indice Ifo tedesco che misura la fiducia delle imprese. Il dato, da sempre un "market mover" importante per gli operatori, ha deluso le attese del mercato scendendo a maggio da 111.2 a 110.4 punti contro i 11.5 attesi dal consensus degli analisti S&P Capital IQ. Un segnale di debolezza della prima economia dell’area euro accolto positivamente perché foriero di mosse espansive da parte della Bce. Lo si capisce chiaramente osservando il grafico giornaliero dello spread Bund-BTp. Il differenziale di rendimento tra titoli italiani e tedeschi, che nei primi scambi viaggiava oltre la soglia dei 180 punti, ha registrato una decisa flessione proprio dopo la pubblicazione del dato (alle 10). Nel giro di un’ora lo spread è sceso fino a 174 punti, livello su cui si è attesato a fine seduta.
Complessivamente la giornata è stata molto positiva per i bond sovrani dei Paesi periferici che hanno registrato una generale flessione dei tassi. Ha contribuito peraltro la decisione dell’agenzia Standard & Poor’s di alzare il rating della Spagna da "BBB-" a "BBB", sulla base delle prospettive economiche migliori. Per l’agenzia americana il merito di credito di Madrid si è quindi allineato a quello di Roma. Un allungo, quello della Spagna sull’Italia, certificato dagli ultimi dati sul Pil nel primo trimestre dell’anno (+0,2% congiunturale contro il nostro -0,1%) che ha avuto ripercussioni importanti sui mercati. I tassi dei BTp decennali e quelli gli analoghi Bonos, che fino a un mese fa viaggiavano appaiati, nell’ultimo periodo di sono notevolmente distanziati. Lo spread tra i due titoli ieri è arrivato fino a quota 22 punti nel corso della seduta.
Derby a parte, il calo della tensione sui titoli di Stato italiani si è riflesso ieri sulle quotazioni dei titoli delle banche italiane, che hanno in portafoglio la fetta maggiore di BoT e BTp in circolazione. L’indice Ftse Italia Banche, reduce da un calo dell’1,62% di giovedì, ieri ha messo a segno un rialzo del 2,63 per cento. Performance che ha fatto da traino per l’intero listino Ftse Mib ieri il migliore in Europa con un rialzo dell’1,83 per cento. Parigi a sua volta ha guadagnato lo 0,33%, Francoforte lo 0,48%, Madrid lo 0,36% mentre Londra ha chiuso poco sotto la parità.
Andrea Franceschi, Il Sole 24 Ore 24/5/2014