Marco Zatterin, La Stampa 24/5/2014, 24 maggio 2014
NEL PIL ANCHE DROGA E PROSTITUZIONE. SPUNTA UN TESORETTO DA UN MILIARDO
Fa titolo la prostituzione che, in adeguata compagnia con contrabbando e spaccio di droga, entra nel calcolo del prodotto interno lordo, dunque della ricchezza che ogni anno si produce in Italia e in Europa: sono commerci antichi e diffusi che generano un abbondante reddito. La notizia, però, si trova altrove. E’ nella revisione del Sistema europeo dei conti nazionali e regionali (Esa) che scatta a ottobre e che rende più realistico il calcolo della crescita, gonfiandola nella maggior parte dei casi. Per Roma è un cambiamento che vale sino a due punti di Pil, ininfluente per le nostre tasche, ma non per la gestione del bilancio e degli obiettivi europei di consolidamento, visto che potrebbe liberare sino a un miliardo in nuove risorse.
La svolta è stata annunciata in gennaio dalla Commissione. Ora l’Istat, l’istituto centrale di statistica, formalizza l’imminente arrivo alla meta. Fra poco più di quattro mesi, tutta l’Ue ancorerà l’amministrazione al sistema Accounts 2010, che rimpiazza l’Esa varato nel 1995, così da riflettere i cambiamenti strutturali delle economie e allinearsi con Accounts 2008, tabellario adottato dagli Stati Uniti nell’agosto 2013. Le innovazioni sono significative, a partire degli esborsi per ricerca e sviluppo traslocati dalla voce «spesa corrente» a quella di «investimento», nella quale saranno considerati anche gli armamenti. Al contempo, le merci inviate all’estero per essere trasformate non impatteranno sulle cifre lorde di export e import, riducendo il valore della posta. Mentre la maggiore trasparenza nella previdenziale separerà gli esborsi coperti da quelli no.
Colpisce l’inserimento nel processo di misurazione dei frutti dell’impresa anche di «una stima delle attività illegali, come traffico di sostanze stupefacenti, servizi della prostituzione e contrabbando (di sigarette o alcol)». Il sommerso è da tempo considerato dalla statistica nazionale, ma non farà schizzare il Pil. Il ricalcolo riguarda infatti l’arco temporale dal 1995 ad oggi dunque la crescita o meno che verrà a verificarsi l’anno prossimo sarà omogenea col nuovo percorso.
Ciò non toglie che un elemento positivo ci sia, eccome: l’effetto potenziale sui conti pubblici dell’espansione economica aggiuntiva svelata dalla nuova contabilità. I margini di manovra che i Paesi europei negoziano fra loro a Bruxelles nel momento di impostare le Leggi di Stabilità sono parametrati all’andamento del deficit e del debito misurati in percentuale del Pil. Se cambiano le regole, e aumenta il numeratore della frazione, il valore del rapporto migliora. Dunque, nel caso del disavanzo come del passivo storico, le cose vanno meglio. Se il governo è impegnato a correggere i conti, si aprono margini di spesa. O di risparmio.
Certezze non ne abbiamo ancora. Ricordando il deficit era al 3% del Pil nel 2013, possiamo però azzardare una stima realistica: un aumento del 2% della ricchezza potrebbe liberare uno 0,06% di deficit nominale, circa 900 milioni, se i conti fossero stabili (numeratore fermo); una variazione dell’1,5%, sarebbero 670; con l’1%, 450. Col debito divergente rispetto agli obiettivi strutturali Ue, potrebbe essere una forma di sollievo. O magari di più, a patto che l’Europa sia flessibile e l’Italia negozi bene (e risani meglio).