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 2014  maggio 24 Sabato calendario

IL FALSO MITO DEL RE DEL WEB: LA RETE SE NE FREGA DI BEPPE

Lo decide la Rete, lo pensa la Re­te, eleggiamo il presidente del­la Repubblica in Rete, adesso perfino il Tribunale della Rete, imma­gino corredato di ghigliottine stam­pate con le stampanti 3D come le tur­bine dei Jumbo. È la retorica della vo­lontà collettiva di internet, un’altra bufala di questi anni. D’altra parte la piazza suona vecchia, il concetto di partito troppo cor­rotto e politico (me­glio chiamarlo «mo­vimento »), mentre la Rete è evanescen­te, ha l’ appeal a me­tà tra lo spettro co­munista che si aggi­ra per l’Europa e una religione moderna.
Mi rendo conto, se Beppe Grillo dices­se «gli iscritti al mio blog» non fareb­be la scena che fa evocando la divini­tà della Rete e proponendosi come suo unico sacerdote e grande doma­tore, però spiegherebbe perché Stefa­no Rodotà prese poco più di cinque­mila voti (prima di prendersi il solito vaffanculo di rito). Insomma, tutto questo casino e la Rete sono cinquemi­la persone?
Dunque, se c’è un astensionismo re­cord alle urne, la Re­te, interpretata poli­ticamente, è peg­gio. O meglio, è tut­to e il contrario di tutto. A livello di pensiero individua­le è come la rete ferroviaria, la rete te­lefonica, la rete stradale e la calze a re­te, e a nessuno verrebbe in mente di evocare una volontà collettiva di viag­giatori in Eurostar, utenti Tim e Voda­fone, automobilisti e acquirenti di lin­gerie. Tra l’altro, tra gli account Twit­ter più seguiti, Barack Obama ha «so­lo » 43 milioni di fol­lower , al primo po­sto c’è Katy Perry, e al secondo Justin Bieber, che è nato nel 1994 e ha quat­tro volte i follower del papa.
Oppure: il video di Beppe Grillo a Porta a porta su You­tube ha totalizzato circa cinquecentomila visualizzazio­ni, mentre un discorso medio di Gril­lo (amplificato tra l’altro da telegior­nali e giornali) si aggira tra le trenta­mila e le cinquantamila visualizza­zioni. Niente a confronto con le re­censioni trash di Yotobi ( oltretutto, ri­spetto ai comizi di Grillo, mica tanto trash, e fanno pure ri­dere), un ragazzo che posta video su Youtube (si chiama «youtuber») che sfio­ra tranquillamente il milione di visualiz­zazioni a botta. Yoto­bi, che si chiama Ka­rim Musa, per capir­ci, Grillo se lo man­gia in un boccone. Eppure, se proprio volessimo cer­care una volontà della Rete, un incon­scio collettivo, la verità è che la Rete se ne fotte. Letteralmente, perché i si­ti più visitati, che tirano di più, sono quelli porno. Molto più di Google, Fa­cebook e Twitter. Solo Xvideos regi­stra quasi cinque miliardi di pagine visitate al mese. E ancora ci chiedia­mo com’è che Marco Pannella portò Cicciolina in Parlamento? Piuttosto immaginate se Youporn facesse un partito politico appellandosi alla Re­te, probabilmente le elezioni le vince­rebbe Sasha Grey, la quale tra l’altro ha smesso con i film hard, ha scritto un romanzo più bello di tutti quelli candidati allo Strega, e ora è libera, basterebbe offrirle la cittadinanza ita­liana o fare una legge per renderla candidabile. E io sarei il primo a votar­la, perché sono un vero uomo della Rete, mica un grillino.