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 2014  maggio 24 Sabato calendario

LE LEGGI ITALIANE SCRITTE A BRUXELLES IL 60% DEL TOTALE


Era il 1987 quando il presidente della Commissione europea, Jacques Delors, dichiarò, riferendosi al Belgio: «Il 30% della legislazione è di origine comunitaria, questa cifra deve passare al 60% nei prossimi dieci anni». A quasi vent’anni da questa affermazione, sono 37900 gli atti legislativi approvati europei con effetto sui paesi membri, 10569 regolamenti, 1838 direttive della Commissione, 17184 Decisioni. Sono invece 5221 gli accordi internazionali, 5613 gli atti non vincolanti, 13532 i verdetti della Corte di Giustizia, e 50mila gli altri atti.
Un corpus legislativo poderoso, che si riflette in maniera crescente sulla vita dei singoli stati membri, anche negli aspetti più specifici e bizzarri. In Italia, ci sono vari modi attraverso i quali la normativa europea viene recepita. Oltre alle leggi di bilancio, sottoposte ormai da anni ai vincoli di Maastricht, e alla ratifica di accordi internazionali negoziati in sede europea, il Parlamento italiano usa approvare periodicamente una legge delega al governo, con il quale questo può recepire normative europee attraverso decreti legislativi che hanno forza di legge senza dover passare nuovamente per il vaglio parlamentare.
Nella XVII legislatura, quella in corso, sui 91 atti normativi (somma di leggi, ratifiche di decreti legge, e decreti legislativi), 40 derivavano direttamente da obblighi comunitari. Aggiungendo a queste le 4 leggi legate al bilancio ed escludendo le ratifiche di trattati, il peso della normativa europea si attesta a una percentuale altissima: circa il 60% delle leggi italiane derivano direttamente dall’Europa. Un numero confermato dal secondo Rapporto 2012 dell’Osservatorio sulla Legislazione, che calcola nel corso della XVI legislatura sono stati beni 133 i decreti attuativi di leggi comunitarie, il 71,5% del totale dei decreti legislativi attuati dal governo. Una quota che scende attorno al 60% calcolando tutti gli altri atti normativi. La profezia di Delors, insomma, sembra essersi avverata. Un dato che riveste di ancora maggiore importanza il rinnovo del Parlamento europeo in corso.
Nicolò Cavalli