Oliver Gee, LookOut 5/2014, 23 maggio 2014
GLI SVEDESI PROVANO LA GIORNATA LAVORATIVA DI SEI ORE
L’esperimento avverrà a Goteborg, il secondo maggiore centro urbano della Svezia dopo la capitale Stoccolma. A far da cavie saranno i dipendenti del comune. Sarà un test in piena regola, con un gruppo sperimentale e un gruppo di controllo, ciascuno costituito da un diverso dipartimento della pubblica amministrazione. Il primo avrà una giornata lavorativa ridotta a sei ore, il secondo proseguirà con le tradizionali otto ore giornaliere. Il trattamento economico non subirà variazioni: entrambi i gruppi riceveranno lo stesso stipendio che percepivano prima dell’esperimento, solo che uno dei due lavorerà di meno.
“Confronteremo i due gruppi alla fine del test e vedremo come differiscono: ci auguriamo che i dipendenti che lavorano sei ore chiedano meno giorni di malattia e vivano in condizioni di maggior benessere psicofisico”, ha dichiarato il vice sindaco di Goteborg Mats Pilhem in un’intervista al quotidiano svedese The Local. In ultima analisi, l’operazione aumenterebbe la produttività e lascerebbe più soldi nelle casse dello Stato svedese. “Crediamo sia giunta l’ora di provarci sul serio”, ha proseguito Pilhem, riferendosi a un analogo esperimento condotto in passato nella remota cittadina settentrionale di Kiruna, ma mai trasformatosi in realtà.
Il nuovo modello che la sinistra sta cercando di introdurre a Goteborg si basa su alcuni dati empirici secondo cui giornate lavorative di otto o più ore diminuirebbero l’efficienza delle attività svolte. Con le elezioni alle porte, i moderati all’opposizione hanno naturalmente definito la proposta “disonesta e populista”, ma, sicuro di sé, Pilhem ha ribadito che si tratta di un progetto su cui la sinistra lavora ormai da tempo. “Tutto questo non ha nulla a che fare con le elezioni”, ha concluso il vice sindaco di Goteborg.
[dall’articolo apparso su The Local l’8 aprile 2014]