Eduardo Di Blasi e Carlo Tecce, Il Fatto Quotidiano 23/5/2014, 23 maggio 2014
CAMERA LA LISTA DELLA SPESA
Il 10 maggio, i gruppi dei deputati hanno inviato alla Camera i bilanci con le spese effettuate nel 2013. Il contribuito complessivo è di 25,4 milioni di euro. I maggiori partiti sono quelli che hanno ottenuto di più. In diversi hanno pubblicato le rendicontazioni sui propri siti, che stanno per passare al vaglio dei Questori, Forza Italia ha divulgato soltanto le spese per il personale e s’è rifiutata (a differenza di Scelta Civica) di anticipare gli altri dettagli. Di seguito, la nostra analisi ai bilanci di Pd, M5S e Sc.
Puoi rinunciare a un’eredità politica, non a un lascito in banca. Il gruppo democratico a palazzo Montecitorio, oltre agli 11,8 milioni di euro incassati per il 2013, s’è ritrovato 1,5 milioni di euro, sapientemente risparmiati durante la passata legislatura. Far quadrare i conti, nonostante l’abbondante numero di dipendenti (124 rispetto ai 94 previsti come “obbligo minimo” rispetto al fondo disponibile), non è opera traumatica: avanzano 4 milioni di euro, che restano per future esigenze. L’esaustiva relazione al bilancio fa notare che le regole sono cambiate e le restrizioni contro i fannulloni sono inevitabili: “Affermare il principio che pur trattandosi di un posto di ‘lavoro particolare’ si tratta, comunque, di un posto di lavoro. A tale principio sono state ispirate le innovazioni introdotte per quanto concerne la timbratura delle presenze”. Ma c’è un gruzzolo di denaro, non di funzionari e impiegati, che appare bizzarro. Seppur registrato. Fra i 124 dipendenti, ce ne sono un paio che offrono un servizio di guida: insomma, fanno gli autisti. E rendono “blu” le due berline di grossa cilindrata che il gruppo noleggia per Roberto Speranza, il presidente e per l’ufficio di presidenza: “I costi per godimento dei beni terzi, pari a 24.237 euro - si legge - si riferiscono a contratti full rent per due autovetture utilizzate dalla Presidenza. La durata dei contratti è di 36 mesi”. Postille: la Presidenza, con la maiuscola; con 24.237 euro almeno una macchina te la compri.
Il capitolo di spesa più singolare è intitolato “servizi”. Ci sono 91.654 euro per incontri e seminari su temi di attualità politica e di interesse parlamentare. Ecco l’elenco: convegno Europa e Democrazia, 42.906 euro; Documentario sul lavoro femminile, 19.952 euro; Italia-America Latina, 10.072 euro; Ambiente al centro, 8.023 euro. Ma i deputati democratici sono andati anche in missione per illustrare le loro attività: da Brighton a Tunisi, da Bruxelles a Il Cairo per un totale di 10.701 euro. L’editoria è costata 54.085 euro, una cifra tonda che comprende abbonamenti a riveste e quotidiani e la pubblicazione di un volume in 1.500 copie (al prezzo di circa 5.000 euro, spiega il solerte Matteo Mauri, anche se il bilancio su questo punto è criptico). Il libro non è un libro: no, è un “piccolo vocabolario per comprendere il linguaggio parlamentare”. Nel testo “parole in democrazia”, lungo 122 pagine inclusa la copertina, i deputati danno definizioni di scuola. Alla B c’è berlusconismo: “È un neologismo della lingua italiana, che interviene solitamente nel linguaggio del giornalismo e della sociologia politica per indicare le linee guida e i valori che ispirano l’azione politica di Silvio.
Berlusconi, e il suo modo di porsi nei confronti dell’opinione pubblica”. Alla C vi insegnano la “consuetudine”, alla F anche il “franco tiratore”. Circa 257.000 euro sono stati investiti per la comunicazione del gruppo e 77.556 euro per fare pubblicità ai deputati democratici all’interno della Festa Pd di Genova, dal 30 al 9 agosto 2013. A parte la pubblicità interna (e stranamente non gratuita), il gruppo a Montecitorio ha comprato spazi su radio, televisioni e internet (Facebook, Twitter e Google) per 130.696 euro. Il Pd non è compatto sui loghi. Il gruppo a Montecitorio ne ha uno personalizzato (2.420 euro) e s’è dotato anche di un’applicazione per tablet e smartphone, scaricata da qualche migliaio di utenti: un regalo da 45.797 (costo storico), di cui 9.159 per il 2013.
“Altri servizi” assorbono 124.446 euro. Il tesoriere Mauri assicura che, presto, i dati di spesa aggregati saranno diffusi con maggiore dovizia di particolari: “Anche se la legge non lo prevede”.
Il Movimento Cinque Stelle scrive nella relazione che per l’anno prossimo l’organico potrebbe aumentare. E forse conviene. Perché il gruppo a Montecitorio ha dovuto pagare delle penali alla Camera perché ha assunto pochi dipendenti: 16 fra giornalisti e impiegati (32 in media nel corso dell’anno), ma invece ne doveva prendere più del doppio. E dunque la Camera ha trattenuto 548.889 euro sul fondo e altri 180.000 torneranno al mittente. I Cinque Stelle hanno ricevuto 3,7 milioni di euro, ne hanno spesi circa 2 e ne restano 1,753. Il 76 per cento è servito ai costi per il personale; il 9% per le collaborazioni e le consulenze; 11.412 per la comunicazione, 5.000 per acquisti informatici.
Scelta Civica doveva gestire 1,89 milioni di euro, poi la scissione di Per l’Italia (Mario Mauro) e sono scesi a 1,3. Dal bilancio avanzano 580.000 euro. Anche gli ex montiani come i democratici, noleggiano le berline: nel 2013 hanno speso 22.114 euro. Hanno organizzato meno convegni, costati in totale 28.000 euro. Inquietante la voce “spese funebri”, 1.070 euro, ma sono soltanto necrologi. Circa 5.000 euro per la “rappresentanza”.
Eduardo Di Blasi e Carlo Tecce, Il Fatto Quotidiano 23/5/2014