Marco Travaglio, Il Fatto Quotidiano 23/5/2014, 23 maggio 2014
SLURP – Qualche mese fa – si era appena impossessato del Pd – Matteo Renzi raccontò a Servizio Pubblico la seguente scenetta: “Da qualche giorno i giornalisti Rai che vengono a intervistarmi, prima di cominciare coprono il microfono e mi sussurrano all’orecchio: ‘Oh, Matteo, io sono sempre stato dalla tua parte, eh?!’
SLURP – Qualche mese fa – si era appena impossessato del Pd – Matteo Renzi raccontò a Servizio Pubblico la seguente scenetta: “Da qualche giorno i giornalisti Rai che vengono a intervistarmi, prima di cominciare coprono il microfono e mi sussurrano all’orecchio: ‘Oh, Matteo, io sono sempre stato dalla tua parte, eh?!’. Il bello è che io non li avevo mai visti prima”. Poi, com’è noto, si impadronì anche del governo. E la lista dei renziani-antemarcia-mai-visti-prima si allungò fino a occupare quasi l’intero Albo dei Giornalisti viventi. Fra loro la concorrenza per conquistare la primazia è spietata, senza esclusioni di colpi, e soprattutto di saliva. Non vorremmo deludere i numerosi aspiranti, ma temiamo che ieri la corsa sul carro del rottamatore si sia definitivamente conclusa a vantaggio di Christian Rocca e Claudio Cerasa, protagonisti di un prodigioso scatto e allungo di lingua proprio sul filo di lana. Leggere IL, mensile patinato del Sola-24 ore, per credere. La copertina, un disegnino a colori pastello, ritrae Matteo seduto sulla scrivania di Palazzo Chigi con le scarpe da tennis slacciate, una fetta di pizza nella mano sinistra, la cravatta appesa al paralume, circondato da una lattina di Coca-Cola, un pallone da calcio e uno da rugby, l’iPad e l’iPhone in carica, il gagliardetto della Fiorentina appeso al muro accanto al ritratto di Re Giorgio e a qualche post-it sparso. Il tutto a celebrare “i primi 100 giorni” della “Spericolata Era Renzi”, scrive Rocca con la lingua turgida, frutto di anni di training nella premiata palestra del Foglio di Ferrara. “Il moto perpetuo renziano è ansiogeno, imprudente, spesso ai limiti dell’incoscienza”, ergo “i primi tre mesi a Palazzo Chigi sono stati un mulinello vorticoso di cambiamenti”. Del resto, è “lo spirito del tempo” che “glielo impone”. E poi bando alle ciance, “esiste anche un’arte nell’improvvisazione , come nel jazz”, che è “composizione istantanea, è musica creata sul momento e senza partitura” e “l’intuizione (e la natura) di Renzi è esattamente questa: se si vuole modernizzare l’eterna Italia immobile, i vecchi riti della politica sono inutilizzabili: servono idee ed energie nuove e soprattutto la sfrontatezza, la leggerezza e la libertà di poter comporre all’istante”. Slurp. A questo punto il testimone, opportunamente umettato, passa nelle mani delicate di Cerasa, che dipinge teneri bozzetti pascoliani di vita quotidiana del Fanciullino a palazzo. “Governo leggero, informale, confidenziale, molto cool, molto friendly, molto semplice, molto patinato”. “Un po’ Via Pàl. Un po’ Occupy. Un po’ Chigi by night. Un po’ spogliatoio. Un po’ incoscienza. Un po’ rivoluzione”. Un po’ Agenzia Stefani, un po’ Minculpop, un po’ Cinegiornale Luce. Le illustrazioni pastello ritraggono il Caro Leader in forma smagliante, nessuna pinguedine né grasso in eccesso: Egli anzi è asciutto e filiforme, pronto per la battaglia del grano (ha persino “ordinato una cyclette). Morbidamente accovacciata su un divanetto, Madonna Boschi sfoglia un libro di antiche fiabe. E Delrio? “Rappresenta la traduzione simultanea in provvedimenti legislativi dei fuochi d’artificio del renzismo” e “tutti giurano di averlo visto più di una volta impegnato a fare esercizi di yoga durante i Cdm” (ogni tanto cade in letargo). L’altro sottosegretario Lotti, invece, “ha i contatti giusti con le forze dell’ordine” e “ha i contatti giusti con i servizi segreti”, oltre a scegliere i nomi dei dirigenti pubblici da nominare. E come sono quei nomi? “Giusti”, ça va sans dire. Poi c’è il tesoriere Bonifazi che, oltre a essere “uomo spogliatoio”, senza malizia s’intende, “organizza serate di karaoke a casa di Rughetti”, che nei ritagli di tempo fa anche il sottosegretario alla PA. Marco Travaglio, Il Fatto Quotidiano 23/5/2014