Filippo Facci, Libero 23/5/2014, 23 maggio 2014
I VERI STRATEGHI
Certi grillini non fanno più ridere, anzi, cresce una gran voglia di prenderli a calci nel sedere assieme a quei colleghi giornalisti che da anni stendono loro passatoie. Sono una nostra invenzione, Grillo e i grillini: senza la tv e i giornali sarebbero ancora al 3 per cento, altro che internet. Per anni, con la scusa che Grillo non si faceva intervistare, i talkshow hanno mandato in onda ore di suoi comizi solo perché facevano ascolti, ricevendone in cambio l’appellativo di servi e di morti. Ora siamo in un’altra fase e si tollera la calata televisiva di questi brufolosi esagitati, di queste macchinette sparaparole che danno del mafioso a tutti e che vengono ascoltati come se ci fosse un link tra quello che dicono e i voti che prendono: e non fossero solo qualunquismo al cubo, la quota freak del Parlamento. Da mane a sera guastano ogni discussione, abbassano l’asticella, strappano sguardi pedagogici in conduttori
che sperano segretamente nell’incidente, nella cazzata di colore, nell’idiozia da ritrasmettere all’infinito. Si dice «abbassiamo i toni» e intanto si alza l’amplificatore. Si è sempre attribuito a Berlusconi ciò che Grillo oggi declara serenamente: processi staliniani, carceri del popolo, roba di cui i giornalisti sogghignano con sufficienza mentre appoggiano la testa sul ceppo e scambiano per serie, viceversa, le altre scemenze sciorinate da questi poveracci. Gli strateghi della comunicazione di Grillo, colleghi giornalisti, siete voi.