Marco Travaglio, Il Fatto Quotidiano 22/5/2014, 22 maggio 2014
NCD, NUOVO CENTRO DETENUTI
Ricordate Ncd, alias Nuovo Centro Destra, nato a novembre dalla scissione dei ministri Pdl che non volevano mollare le poltrone del governo Letta e infatti le conservarono nel governo Renzi? Alfano li battezzò con l’immortale definizione di “diversamente berlusconiani”, superata però in umorismo da quella scalfariana di “nuova destra europea e repubblicana”. Bene, in meno di sei mesi di vita si sono affermati come la bad company di Forza Italia: infatti la sola caratteristica che li fa diversamente berlusconiani è che hanno collezionato qualche inquisito e detenuto più dei berlusconiani. Pareva una missione impossibile, invece ce l’han fatta. Chapeau. Da Schifani indagato per mafia, a Gentile costretto a dimettersi da sottosegretario, a Formigoni rinviato a giudizio per corruzione, è tutto un florilegio. L’ultimo della lista (la trovate a pag. 9 ) è Paolo Romano, presidente ex forzista del consiglio regionale di Campania, finito l’altroieri ai domiciliari per tentata concussione perché – scrive il giudice – “puntava a imporre i suoi favoriti agli incarichi di direttore sanitario e direttore amministrativo e procedeva con logiche di spartizione politica” all’Asl di Caserta. I motivi della cattura sono gli stessi della candidatura alle Europee: è con questi sistemi, nel Sud ma non solo, che si diventa signori delle tessere e si scalano le istituzioni. Per fatti simili, ma all’Asl di Benevento, Nunzia De Girolamo (ovviamente Ncd) fu indagata e si dimise da ministro dell’Agricoltura. Si dirà: è solo indagato. Vero, ma Giuseppe Scopelliti ha una condanna a 6 anni in primo grado per abuso, è decaduto da governatore della Calabria, dunque è pure lui nelle liste europee di Ncd: il partito di Alfano che come leader candida il condannato e come responsabile del Viminale commissaria la Regione (e capeggia le forze dell’ordine che ogni tanto vanno ad arrestare uno dei suoi). Anziché tacere, e magari vergognarsi un po’, Angelino Jolie riesce a dichiarare: “Se i magistrati avessero proceduto prima della presentazione delle liste o dopo le elezioni avremmo evitato sospetti su un intervento a tre giorni dal voto”. In quel caso il ministro dell’Interno, che candida un condannato in primo grado, che cosa ne avrebbe fatto di Romano? Magari, anziché in posizione defilata, l’avrebbe messo capolista. Però – spiega – il giudice poteva pure rinviare l’arresto a dopo il voto, così Romano l’avrebbe arrestato l’Interpol già da eurodeputato, con un blitz al Parlamento europeo. E l’Italia e il suo governo avrebbero fatto l’ennesimo figurone. Interviene pure la De Girolamo, da cotanto pulpito: “L’arresto a tre giorni dal voto fa pensare male”. E non la sfiora il dubbio che faccia pensar male del suo partito. Letteralmente strepitosa l’intervista a Repubblica di Gaetano Quagliariello, noto padre costituente e uno dei pochi incensurati superstiti: “Qualcuno prova ad approfittarsi di noi visto che siamo freschi di nascita, ma per rinnovare la politica abbiamo costruito un nuovo confessionale e se il diavolo cerca di entrarci lo cacceremo”. Quindi vuole proprio restare solo. Perché il confessionale c’è, ma nessuno si confessa, o almeno nessuno confessa. Ultimamente si aggirano da quelle parti anche Luigi Grillo e Sergio Cattozzo (momentaneamente detenuti per le mazzette Expo) e Cesare Previti (basta la parola: se lo conosci lo Previti). Ma per il Quaglia i primi due sono “entristi” e “millantatori”, e comunque “non faremo sconti”: ok, tariffa piena. Quanto a Cesarone, lui “non fa politica” (come sempre, del resto); se però vuol fare campagna elettorale per portare voti al Ncd è una sua “libera determinazione” e “specularci sopra è un riflesso giacobino”. Certo, se Quaglia avesse saputo prima di Romano, “non si sarebbe nemmeno posto il problema della sua candidatura”. Infatti Scopelliti, condannato in primo grado, è felicemente candidato. Ma solo perché “ha chiesto di essere sottoposto al giudizio degli elettori, che non è in alcun modo sostitutivo di quello della magistratura. Anche questa è una svolta”. Una svolta con un precedente bimillenario: Barabba, capostipite di tutti i diversamente berlusconiani.
Marco Travaglio, Il Fatto Quotidiano 22/5/2014